17 Dec, 2025 - 10:14

Trump vuole un Arco di Trionfo a Washington: dal simbolo parigino all'eredità MAGA

Trump vuole un Arco di Trionfo a Washington: dal simbolo parigino all'eredità MAGA

La Casa Bianca rilancia con un’idea che sembra uscita da un’altra epoca: un arco trionfale monumentale alle porte di Washington DC. Un’iniziativa che richiama i grandi simboli celebrativi del passato e che si inserisce nel dibattito sul modo in cui la capitale americana debba raccontare se stessa, tra memoria storica, identità nazionale e visione politica del presente.

Un arco monumentale per il 250esimo anniversario degli Stati Uniti

L’Arc de Triomphe, o il cosiddetto “Arco di Trump”, celebrerà il 250esimo anniversario degli Stati Uniti.

Il piano del presidente americano, in questo suo secondo mandato, include sforzi per rinnovare la capitale del paese. Trump vuole un arco che assomigli all’Arco di Trionfo di Parigi.

Il leader americano, inoltre, vuole che accolga i visitatori nella capitale provenienti dal Cimitero Nazionale di Arlington, mentre attraversano il Memorial Bridge.

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Ogni volta che qualcuno attraversa quel bellissimo ponte per raggiungere il Lincoln Memorial, dice letteralmente che qui dovrebbe esserci qualcosa. Ne abbiamo delle versioni… Questo è un modello.

Il monumento come biglietto da visita politico

Donald Trump, durante una festa di Natale alla residenza presidenziale, ha illustrato con entusiasmo il progetto, offrendo uno sguardo più concreto sul piano. Il presidente ha anche affermato di aver affidato l’incarico al capo del Consiglio per la politica interna, Vince Haley, suo collaboratore di lunga data.

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Lo stiamo costruendo vicino al ponte di Arlington, al Cimitero di Arlington, di fronte al Lincoln Memorial. Potremmo dire Jefferson, Washington, tutto, perché sono tutti lì.

Il futuro arco è destinato quindi ad essere non solo un elemento architettonico ma anche un manifesto politico, allineandosi con i grandi memoriali di Abraham Lincoln, Thomas Jefferson e George Washington.

Lo scenario evocato è quello di una nuova “porta d’ingresso” simbolica della capitale, un segno tangibile della grandezza americana così come la interpreta Trump.

Per sottolineare la portata del progetto, il presidente ha chiamato in causa il modello più famoso: l’Arco di Trionfo di Parigi. Non si è limitato al paragone ma ha promesso una versione superiore "in ogni aspetto".

Da ricordare che l’Arco di Trionfo di Parigi fu commissionato da Napoleone Bonaparte nel 1806 principalmente per celebrare le vittorie militari del suo Grande Esercito, in particolare dopo il trionfo nella battaglia di Austerlitz del 1805 contro Russia e Austria. Un decreto imperiale ne ordinò la costruzione all’estremità occidentale dei Champs-Élysées. L’imperatore non ne vide mai il completamento.

In seguito, l’arco mutò significato e non fu più soltanto una celebrazione napoleonica ma divenne un omaggio a tutti i francesi caduti per la patria dal 1792 al 1815. Oggi ospita la Tomba del Milite Ignoto dal 1921.

Le critiche

Mentre alla Casa Bianca si ragiona di prospetti, modellini e allineamenti prospettici con i grandi monumenti, per i critici, invece, Trump, promuovendo l’Arco di Trionfo nella capitale, trascura i problemi più profondi dei cittadini. Il contrasto tra l’imponenza dell’opera immaginata e la fragilità economica di molte famiglie non potrebbe essere più netto.

Per esempio, molti guardano con angoscia alle prossime bollette dell’assicurazione sanitaria. Non si tratta di un tema marginale. Per molte famiglie la sanità è già un capitolo di spesa che compete con affitto, mutuo e beni essenziali.

In questo contesto, sentire che il capo della politica interna debba concentrarsi su un progetto monumentale è percepito da molti come una dichiarazione di priorità rovesciate.

In mezzo a tutto questo, l’“Arco di Trump” rischia di diventare il simbolo perfetto di una politica orientata all’immagine più che alla sostanza.

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