Altro giro, altra corsa, altro insulto di Marco Travaglio nei confronti di Kaja Kallas, l'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione Europea che, dopo aver avuto la nonna nei lager sovietici, è in prima linea contro il regime di Putin.
Il direttore del Fatto Quotidiano la chiama "depensante" per la linea politica che ha assunto di assoluto rigore contro Mosca fin dal primo giorno dell'attacco del Cremlino all'Ucraina.
Evidentemente, per esperienza familiare, Kallas sa con chi ha a che fare. Ma per Travaglio è un'altra che inventa nemici immaginari, tanto da chiamare l'Unione Europea "Unione sovietica europea".
Insomma, i veri illiberali sarebbero a Bruxelles, non a Mosca.
Per Marco Travaglio funziona così: o si sta senza se e senza ma dalla parte del regime di Putin, o si è una volta "sgovernanti" un'altra "depensanti". Il vocabolario del direttore del Fatto questo passa:
Cosa è accaduto a questo signore?
A questo punto entra in scena Kaja Kallas, "la depensante estone che regge la politica estera Ue":
Naturalmente, in tempo di guerra ibrida, c'è una norma europea che permette alle istituzioni di Bruxelles di prendere le contromisure che si ritengono più efficaci per favorire le quinte colonne di Putin in Europa. Ma Marco Travaglio, a proposito dell'atteggiamento assunto dalla Kallas nei confronti di Baud, l'ha messa così:
Secondo Bruxelles, "Baud è ospite regolare di programmi tv e radio filorussi. Funge da portavoce della propaganda filorussa e di teorie complottiste".
Ma non solo. L'accusa principale che Bruxelles muove a Baud, e che per Travaglio è una "supercazzola", è questa:
Tutto questo, ha fatto scrivere a Travaglio quanto segue.
Evidentemente, tra un convegno con esponenti di Hamas e l'altro della relatrice. Ma tant'è: il ditino di Travaglio è rivolto anche contro la stampa mainstream:
Meno male che ci pensa il direttore del Fatto a vedere bene. E a passare direttamente agli insulti.
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