17 Dec, 2025 - 16:15

Mercosur: cos’è e qual è la posizione dell’Italia sull’accordo siglato dall’UE

Mercosur: cos’è e qual è la posizione dell’Italia sull’accordo siglato dall’UE

Il Mercosur è l’unione doganale sudamericana che unisce Brasile, Argentina e altri paesi per stimolare commercio e crescita economica. In queste settimane è al centro di un acceso dibattito a Bruxelles per l’accordo stipulato con l’UE che molti dei 27 Stati membri non intendono firmare senza garanzie su eventuali ripercussioni negative sulla loro economia. 

L’Italia, con il governo Meloni, è uno dei Paesi che mantiene una posizione prudente sull’accordo con l’UE, chiedendo garanzie per tutelare gli agricoltori italiani dalle importazioni low-cost.

Cos’è il Mercosur, l’unione doganale sudamericana

Nato nel 1991 con il Trattato di Asunción, il Mercosur – acronimo di Mercado Común del Sur – raggruppa Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay come membri fondatori. 

L’obiettivo è creare un mercato comune, eliminando dazi interni su oltre il 90% dei beni e adottando una tariffa esterna comune per competere globalmente.

Con 295 milioni di abitanti e un PIL di circa 3 trilioni di dollari, questo blocco domina l’export di soia, carne bovina e zucchero, rappresentando il quinto polo economico mondiale. La Bolivia è entrata come membro pieno nel 2015, mentre il Venezuela resta sospeso dal 2016 per questioni democratiche; Cile, Perù e altri  Stati sono associati.

Negli ultimi anni, ha affrontato crisi argentine e instabilità brasiliane, ma l’interscambio intra-blocco supera i 50 miliardi di dollari annui, con focus su agroindustria ed energia.

Posizione dell’Italia sull’accordo UE-Mercosur

L’accordo UE-Mercosur, chiuso politicamente nel 2024 dopo 25 anni di negoziati, azzera dazi su gran parte dei beni: l’Europa guadagna accesso a mercati vasti, ma apre le porte a 99.000 tonnellate di carne bovina sudamericana all’anno, più pollame e zucchero. 

Confindustria stima +14 miliardi di export italiano in meccanica e vino, ma Coldiretti paventa un dumping e calo del 20% nei fatturati agricoli.

Giorgia Meloni ha definito “prematuro” firmare entro il 20 dicembre, in concomitanza con il vertice Mercosur a Foz do Iguaçu e il Consiglio UE.

La premier, allineata con Coldiretti e CIA, insiste su clausole di salvaguardia al 5% per import sensibili, controlli su deforestazione amazzonica e standard UE per pesticidi e benessere animale. 

Il 16 dicembre, il Parlamento europeo ha approvato meccanismi rapidi per indagini su squilibri, ma proteste di agricoltori con trattori a Bruxelles persistono.

Tajani e Lollobrigida confermano: apertura possibile a gennaio 2026 se risolte le criticità. Questo equilibrio riflette la sfida italiana tra protezionismo agro e opportunità industriali in un mondo di tensioni commerciali globali.

Questa linea è condivisa da Francia (Macron preoccupato per i viticoltori), Polonia, Austria e Portogallo, mentre Germania, Spagna e Olanda spingono per la firma rapida.

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