23 Dec, 2025 - 12:15

Processo Ciro Grillo, le motivazioni della sentenza: "Vittima attendibile, da imputati brutalità"

Processo Ciro Grillo, le motivazioni della sentenza: "Vittima attendibile, da imputati brutalità"

I giudici del tribunale di Tempio Pausania hanno depositato le motivazioni della sentenza di primo grado, emessa il 22 settembre 2025, con cui hanno condannato Ciro Grillo e i suoi tre amici Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia per violenza sessuale di gruppo.

Il collegio, presieduto dal giudice Marco Contu, ha dedicato 72 pagine a ricostruire i fatti.

Processo Ciro Grillo, le motivazioni della sentenza

I quattro imputati erano accusati di aver violentato in gruppo una studentessa italo-norvegese di 19 anni e di aver filmato senza il suo consenso un'amica della ragazza mentre dormiva sul divano.

La violenza sarebbe avvenuta nel luglio 2019 nella villa di proprietà del padre di Ciro, Beppe Grillo, ex presidente del Movimento Cinque Stelle. I quattro imputati, tutti ventenni all'epoca, avevano invitato nel residence le due ragazze, conosciute poco prima.

Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria sono stati condannati a otto anni di reclusione, mentre Francesco Corsiglia a sei anni e sei mesi.

I giudici hanno ribadito la piena attendibilità della vittima, "perché le sue dichiarazioni risultano riscontrate".

I magistrati hanno respinto le tesi della difesa sulle presunte contraddizioni, in quanto "altro non devono ritenersi se non fisiologiche e dovute alla difficoltà della stessa di ricordare infiniti dettagli di una vicenda peraltro risalente a qualche anno prima rispetto alla sua escussione in dibattimento".

I giudici evidenziano "la brutalità del gruppo"

Secondo i giudici, quanto al carattere violento dei rapporti subiti, la descrizione della ragazza esclude "senz'altro un'ipotesi di consenso", dato che si sono consumati in un contesto di "costrizioni ed impossibilità di reagire" da parte della 19enne.

Nelle motivazioni è stata evidenziata "la particolare brutalità del gruppo, coeso fin da principio, e che ha agito in un contesto predatorio e prevaricatorio non tenendo in considerazione alcuna lo stato di fragilità in cui versava la ragazza".

Prima delle violenze, sarebbe stata costretta a bere un "beverone", contenente anche una quantità di vodka, e questo avrebbe provocato nella giovane "una condizione di inferiorità fisica e psichica che ha agevolato l'operato criminoso degli imputati".

Il processo

Durante il processo, andato avanti per quattro anni, la difesa aveva sostenuto che i rapporti sessuali fossero stati consenzienti, mettendo in luce le presunte contraddizioni della giovane.

I legali avevano chiesto l'assoluzione per i quattro imputati, che si sono sempre proclamati innocenti, mentre il pm Gregorio Capasso aveva chiesto una condanna 9 anni di carcere. 

Alla fine i giudici hanno ritenuto solido l'intero impianto accusatorio.

Nelle motivazioni della sentenza, hanno anche parlato dei video "che attestano la veridicità di quanto dichiarato dalla ragazza sulla violenza subita". Ma anche dei lividi riscontrati sul suo corpo, che attestano come "gli stessi le furono provocati durante i rapporti sessuali da lei subiti".

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