Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concesso cinque grazie. Di queste, tre riguardano reati minori.
La grazia piena è stata riconosciuta a Franco Cioni, condannato a sei anni e due mesi per l’omicidio della moglie, malata terminale, soffocata con un cuscino mentre dormiva per “non farla più soffrire”. Dopo l’omicidio, l’uomo si era costituito, spiegando di aver agito per porre fine all’agonia della donna che, più volte, aveva chiesto di non essere portata in una casa di riposo.
Una grazia parziale è stata invece concessa dal Capo dello Stato ad Abdelkarim Alla F. Hamad - noto come Alaa Faraj - giovane libico arrivato in Italia su un’imbarcazione nel 2015, individuato come scafista e condannato a trent’anni di reclusione. Su questo provvedimento è già scoppiata la polemica.
Ex calciatore della Serie A libica, Alaa Faraj arriva in Italia nel 2015, quando l’imbarcazione con cui ha attraversato il Mediterraneo viene soccorsa dalla Marina italiana al largo di Lampedusa. Il viaggio è una strage: nella stiva della barca vengono trovati i corpi esanimi di 49 persone, morte per asfissia.
Sbarcato insieme ai superstiti, Alla F. Hamad viene arrestato con altri compagni di viaggio, anche loro calciatori, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio plurimo. Il gruppo viene individuato come quello degli scafisti che hanno organizzato e guidato la traversata. Il giovane, allora ventenne, viene condannato a trent’anni di reclusione.
Dopo dieci anni in carcere, la grazia parziale concessa dal presidente della Repubblica estingue una parte della pena che Alla F. Hamad deve ancora scontare: rimarrà in carcere per altri nove anni, e non venti come previsto. Nel concedere il provvedimento, con il parere favorevole del ministro della Giustizia Carlo Nordio, il presidente Mattarella ha riconosciuto il percorso di recupero compiuto dall’uomo e il contesto drammatico in cui si è consumato il reato.
La decisione di concedere la grazia ad Alla F. Hamad ha suscitato “stupore e perplessità” nella Lega. Pur evitando di aprire uno scontro frontale con il Quirinale, il partito di Matteo Salvini — che della battaglia contro gli scafisti ha fatto un tratto distintivo della propria azione politica — ha voluto rimarcare, seppur implicitamente, la non condivisione di una scelta di questo tipo.
Critiche sono arrivate anche dalla stampa vicina al centrodestra. Dalle pagine de La Verità, il direttore Maurizio Belpietro ha parlato di “regalo di Natale da parte di Sergio Mattarella a uno scafista”. “Grazierà anche il gioielliere Roggero?”, ha chiesto provocatoriamente il giornalista, rilanciando un paragone ricorrente anche sui social.
Nei commenti, condannando la decisione del presidente, in molti hanno chiesto infatti che i provvedimenti di grazia vengano indirizzati verso storie come quella di Mario Roggero, un caso giudiziario diventato politico e divisivo. L’uomo è stato condannato a 17 anni di reclusione per l’uccisione di due rapinatori durante una rapina nella sua gioielleria.
Critico anche Nicola Porro, che sul suo sito ha parlato di una scelta che manda un messaggio "profondamente ambiguo": "O Mattarella s’è lasciato intenerire da un criminale scafista liberandolo prima del tempo. Oppure i giudici lo hanno condannato a termine di 'un processo pieno di lacune' e fatto male. In ogni caso ne esce fuori una brutta immagine del sistema"
Le altre tre grazie per reati minori concesse dal presidente Mattarella sono state riconosciute ad Alessandro Ciappei, condannato a dieci mesi di reclusione per una truffa commessa nel 2014, tenendo conto dell’occasionalità e della “modesta gravità” del fatto.
Gabriele Spezzuti, 57 anni, ha invece ottenuto la clemenza e, dopo aver già scontato la pena per un reato in materia di stupefacenti, non dovrà versare gli 80 mila euro di multa residua. Il 63enne Bardhyl Zeneli, condannato a un anno e sei mesi per evasione dagli arresti domiciliari, è il terzo beneficiario della grazia per reati minori.
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