Ingroia: Grasso? Sua leadership costruita a tavolino, la sua storia dice che non è un uomo di sinistra. Diventò procuratore nazionale antimafia per una legge ad personam di Berlusconi contro Caselli e non volle sottoscrivere l’appello della Procura di Palermo contro l’assoluzione ad Andreotti…
Antonio Ingroia è intervenuto ai microfoni della trasmissione Ho scelto Cusano, condotta da Gianluca Fabi e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, per commentare la candidatura di Pietro Grasso con "Liberi e Uguali"
Non è tutt’oro quel che luccica – ha affermato Ingroia - Noi siamo molto critici nei confronti del progetto politico che è nato da questa fusione a freddo tra MDP, SI e Possibile e che ha prodotto questa leadership costruita in laboratorio a tavolino. La nostra idea, come Mossa del cavallo e Lista del popolo, è che è finito il tempo dei professionisti della politica che costruiscono i leader in laboratorio. E’ il momento in cui, di fronte all’astensionismo che è il primo partito del Paese, bisogna cambiare metodo, bisogna cambiare persone. Con tutto il rispetto del collega Grasso, lui non è una faccia nuova e ci vogliono facce nuove".
"E’ un movimento che vuole unire la sinistra e questo è già sbagliato e perdente in partenza. Gli italiani non vogliono più sentire parlare di sinistra e destra - sostiene Ingroia - la gente ne ha piene le tasche di sinistra che è sinistra solo apparente. L’assemblea è stata solo apparente, si è fatta solo per applaudire una scelta che era già stata presa a tavolino. Grasso è stato un magistrato di grande esperienza, coraggio, capacità professionali, ma bisogna ricordarsi che è diventato procuratore nazionale antimafia per una legge ad personam di Berlusconi per impedire a Caselli di ricoprire quel ruolo e lo stesso Grasso in un’intervista disse che il governo Berlusconi meritava una menzione speciale per la sua attività antimafia.
"Pietro Grasso non è di sinistra, non lo è stato nelle sue contiguità con la politica - ha continuato Ingroia - Anche quando Castelli fu nominato procuratore di Palermo, Grasso era il candidato dell’allora ministro della giustizia Martelli, quindi non aveva una posizione di sinistra sinistra. Poi è stato sostenuto dal governo Berlusconi contro Castelli. Non volle sottoscrivere l’appello della procura di Palermo contro l’assoluzione di Andreotti in primo grado. E’ stato molto cauto e prudente su trattativa Stato-mafia e l’inchiesta Dell’Utri, legittimamente, ma possiamo dire che è stato un magistrato cauto.
Penso sia sbagliato precludere ai magistrati la possibilità di candidarsi, semmai dovrebbe essere vietato il loro ritorno in magistratura dopo aver fatto politica ha dichiarato Ingroia.