Siamo alle comiche finali –ha affermato Crespi-. Io non sono sorpreso perché un paio di anni fa, attraverso un advisor internazionale, Cambridge Analytica cercava referenti nel mondo per applicare il suo metodo. Io ebbi modo di valutare i meccanismi di questo metodo e rimasi sorpreso quando chiesi a quelli di Cambridge Analytica come costruissero questi database. E loro mi risposero che lo facevano attraverso quiz e giochi su Facebook. Cose del tipo: rispondi a queste domande e scopri qual è la tua personalità, oppure scopri chi eri nella tua vita precedente. Io gli feci notare che dal punto di vista etico e professionale non si fa una roba del genere, perché loro stavano ottenendo informazioni senza che l’utente avesse firmato una liberatoria. Senza questa liberatoria, la detenzione e l’utilizzo di questi dati è un reato penale. La loro risposta fu: ma questi database sono detenuti all’estero. A quel punto mi alzai e me ne andai. Dissi che per me era un raggiro e che prima o poi sarebbe venuta fuori questa storia.
"Sono stupito del fatto che sia uscita solo dopo diversi anni. Loro ingaggiano attraverso questo strumento un target disattento, perché essendo disattento è più facilmente condizionabile. Una volta che io accedo al tuo profilo posso vedere apertamente quali sono le cose che condividi e a cui metti like. Se io vedo che tu posti delle cose contro gli immigrati, su questa tipologia ti vengono linkate azioni ingaggianti molto precise, tipo: ma tu lo sai che Salvini ha detto che gli immigrati devono restare a casa loro? Condividi questa notizia con i tuoi amici.
Io credo che la definizione marketing politico e marketing commerciale sia una definizione accademica –ha spiegato Crespi-. Il marketing è legato alla necessità di farti scegliere un prodotto. La politica è una vendita ideologica, emotiva, passionale, non è come il 3x2 al supermercato. Negli Usa le tecniche di convinzione sono diventate raffinatissime.
Le immagini sui pacchetti delle sigarette non sono immagini per disincentivare le persone a fumare –ha affermato Crespi-. La selezione delle fotografie è fatta per agire su una determinata parte del cervello: quella della compensazione ed è provato scientificamente che queste immagini hanno aumentato il numero di sigarette fumate. Le foto sono state scelte non attraverso un medico o uno psicologo, bensì attraverso una risonanza magnetica su alcuni fumatori, scegliendo le foto che agivano sullo spirito di compensazione. E’ più grave questo o quei cialtroni di Cambridge Analytica? E’ arrivato il momento di smettere di scandalizzarci e di cominciare ad informarci.