Il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, è intervenuto nella trasmissione C come Calcio su Cusano Italia Tv (ch. 264 dtt).
Il presidente Gravina ha ragione: noi siamo per primi quelli che hanno bisogno di una riforma, siamo l’unica Lega che nel corso di questi anni ha fatto un’autoriforma. Dal 2011-12 siamo passati da 90 squadre a 60, abbiamo fatto tutta un’azione autofinanziata e illuministica, ma non abbiamo risolto il problema. Se si parla solo di numeri i problemi del calcio non si risolvono e non si risolvono parlando solo di Serie C, bisogna mettersi intorno a un tavolo tutti quanti e discutere di come fare le riforme. Non bisogna solo ragionare delle prime tre serie, bisogna ragionare anche della Serie D, bisogna ragionare a sistema del calcio italiano. Solo al termine di questo processo si può decidere se cambiare i numeri dei campionati. La Serie C deve essere la formazione dei giovani talente, questa è la nostra mission, oltre ad un collegamento forte col territorio. Questo non preclude nulla a quando le grandi squadre transitano da noi, ma il ruolo della Serie C deve essere quello. Dopodichè bisogna discutere su quali risorse vengono messe a disposizione e quali regole. Lancio una provocazione. Bisogna che qualcuno decida di fare come si fece ad un conclave quando non si riusciva ad eleggere il Papa: chiudere i presidenti, compreso il sottoscritto, in una stanza, buttare via la chiave e fin quando non si trova una soluzione condivisa che serve al calcio italiano quella chiave non deve essere restituita.
La Nazionale di Mancini ha scommesso sui giovani ed è tornata ai vertici a livello mondiale. Se si ha questo coraggio di fare giocare i giovani si hanno risultati. Nei grandi club europei i giovani debuttato a 18 anni, mi si spieghi perché in Italia bisogna avere 23-24 anni per esordire.
Il presidente della Ternana Bandecchi ha fatto un’operazione notevole, tra l’altro con una qualità tecnica delle trasmissioni notevole e con un’imparzialità dei conduttori e dei commentatori di grande signorilità. Dobbiamo lavorare per estendere ancora di più tutti i mezzi televisivi ed internet perché il nostro calcio dev’essere visto da tutti, quindi Bandecchi ha fatto una grandissima opera.
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