03 Mar, 2022 - 10:19

Shevchenko: "Putin è un assassino. Dobbiamo fermare la guerra"

Shevchenko: "Putin è un assassino. Dobbiamo fermare la guerra"
Il conflitto tra Ucraina e Russia va avanti. Anche Andriy Shevchenko ha raccontato alcuni tragici momenti vissuti dalla sua famiglia. L'allenatore ucraino - che è stato esonerato dal Genoa pochi mesi fa - ha rilasciato una toccante intervista a La Repubblica, ma non è mancato un duro attacco al presidente russo: "Putin? È un assassino. Il bersaglio ora siamo noi perché siamo al confine con loro. Ma il prossimo, chi sarà?"https://twitter.com/jksheva7/status/1498813388574629889?s=20&t=aCmuWhilkKH8d5pbTqBykQ

"La casa di mia madre tremava"

Andriy Shevchenko aveva lanciato un appello nei giorni scorsi, mostrato sui maxi schermi in occasione del derby di Coppa Italia tra Milan e Inter. Ora, l'ex attaccante di Milan e Chelsea ha raccontato quello che stanno vivendo la madre e la sorella, ma anche tutto il popolo ucraino: "Quello che accade è inumano, non bisogna smettere di parlarne. Abbiamo bisogno di sentire il sostegno della comunità internazionale in ogni momento. Le città sono sotto assedio, la gente vive sotto terra nei rifugi, anche i bambini. Mia zia è rimasta sotto terra per quattro giorni, senza mai uscire. Mia mamma invece abita vicino a uno degli aeroporti bombardati dai russi. Mi ha chiamato alle 4 di mattina: la casa tremava. Le parole non bastano a descrivere la situazione".

"Per me il calcio ora non esiste"

Difronte una guerra, tutto passa in secondo piano. Nel caso di Sheva, anche il calcio. Il 24 marzo, proprio l'Ucraina dovrebbe giocare il playoff per la qualificazione al mondiale del Qatar del 2022, a cui non parteciperà la Russia. Andriy Shevchenko, però, non ci pensa: "Il calcio non esiste per me, ora. Ogni mattina mi sveglio e penso solo a che cosa posso fare per il mio Paese. Sono orgoglioso del mio popolo: combatte per la libertà, per il nostro suolo, per i diritti".Infine, l'allenatore chiede che i suoi concittadini vengano aiutati: "Abbiamo bisogno di aiuti e di medicine. Quello che stiamo vivendo è uno dei momenti più difficili della storia dell'Ucraina: ringrazio chi ha già fatto qualcosa per il nostro popolo, ma serve ancora aiuto. Ogni minuto di ritardo può essere fatale".
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Pietro Agoglia
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