Arrivato ad inizio stagione dal Chelsea, Olivier Giroud ci ha messo poco per prendersi il Milan e ora il francese punta lo scudetto, sogno e obiettivo da centrare. Anche grazie alle ottime prestazioni fornite in rossonero, il classe 1986 ha ricevuto la chiamata di Deschamps per la nazionale francese. L'ultima presenza era datata 28 giugno, quando la Francia uscì sconfitta - e venne eliminata - da Euro 2020. Intervistato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, l'attaccante rossonero lancia la volata scudetto: "Abbiamo solo delle finali da giocare, le affronteremo al 200 per cento per realizzare il nostro obiettivo che poi è anche un sogno: riportare al Milan lo scudetto, undici anni dopo l’ultimo".
Tra i tanti temi trattati, Olivier Giroud si è soffermato sul sogno di riportare lo scudetto al Milan: "L’Inter non è affondata e rimane un pericolo come il Napoli e la Juve. Siamo coscenti che lo scudetto sia alla portata, ma dobbiamo rimanere lucidi, saranno tutte finali da ora in avanti. Abbiamo un sogno: riportare al Milan lo scudetto undici anni dopo l’ultimo".
Poi, l'ex attaccante del Chelsea ha anche parlato del suo primo anno italiano e dello spogliatoio rossonero: "Se sono qui lo devo alle prestazioni con il Milan. Mi sono integrato al meglio, ma anche al lavoro quotidiano con il magnifico gruppo di compagni, e con lo staff di Pioli. Ibrahimovic? Gli ho raccontato che i miei amici mi hanno regalato una sua maglia del Barcellona. Sono fiero di poterci lavorare insieme. Per me è quasi un fratello maggiore e un elemento molto importante per tutti.
Oltre al Milan, Oliver Giroud si è anche soffermato sul mondiale di Qatar 2022, al quale si augura possa esserci anche l'Italia, a caccia delle qualificazione nei playoff: "Non sarebbe lo stesso senza i Campioni D’Europa. Con l’Italia si alza il livello della competizione e la festa sarebbe più bella. Spero ci arrivino". Infine, il francese ha parlato del sogno di bissare il successo del 2018: "Il Mondiale è il Sacro Graal. Vincerne un altro sarebbe straordinario e vale molto di più delle statistiche personali. Il calcio è uno sport collettivo".