Giubbotto antiaggressione infermieri, la
D-Air scende in campo. Passare dall’essere considerati veri e propri eroi in corsia, durante il momento più duro della pandemia, a bersagli di sfoghi di personali.
E’ questa l’escalation che hanno subito gli infermieri, diventati il vero e proprio nemico di molti no vax. A seguito dell’aumento di questi atti di violenza, gli infermieri veneti seguiranno un corso di autotutela. Un modo per fronteggiare le situazioni di maggiore difficoltà e per difendersi da potenziali aggressori. Ma non sarà l’unica mossa messa in atto.
A Bologna, infatti, a partire dal prossimo mese, e per i successivi tre,
gli operatori sanitari si recheranno sul posto di lavoro con uno speciale giubbotto di protezione, munito di allarme sonoro e luci lampeggianti, in grado avvertire, tramite chiamata o sms, la vigilanza interna degli ospedali.
Giubbotto antiaggressione infermieri, chi è la D-Air
A produrre questi speciali giubbotti di protezione sarà la D-Air Lab, azienda fondata nel 2015 su iniziativa di Lino Dainese. D-Air Lab progetta, sviluppa e produce dispositivi dedicati alla protezione e alla sicurezza delle persone. Facendo tesoro delle conoscenze sviluppate da Dainese in 50 anni di innovazione nel mondo dello sport, con particolare attenzione alla tecnologia D-air, l’airbag per la protezione del corpo umano. Questo dispositivo è diffusamente impiegato nel mondo motociclistico, nelle competizioni di MotoGP e di Sci, considerati sport estremi.
Una mossa, quella della D-Air, per dare il proprio contributo alla sicurezza degli infermieri, manifestando la propria vicinanza ad una categoria fin troppo colpita per il solito motivo di svolgere il proprio prezioso lavoro.