Il dolore del padre di Carol Maltesi è ancora fresco e troppo forte, lancia il suo grido ai Social Network, su Facebook, dove su un post ha scritto."Meglio che marcisci in cella di isolamento, o che vai a morire lì un giorno" per mano dei "veri criminali che hanno un codice di rispetto per donne e bambini prima di incontrare me".
Il 43enne autore dell'omicidio è stato messo sotto torchio dagli inquirenti e ha confessato tutto. "Mi vergogno per ciò che ho fatto e per non avere chiamato subito i carabinieri". Fontana per mesi aveva risposto al telefono della ragazza, motivo per cui nessuno aveva sospetti su una possibile scomparsa o aveva fatto denuncia.
Ma è impossibile trovare il perché abbia fatto a pezzi il cadavere della giovane, perché lo abbia conservato in un freezer per oltre due mesi e poi buttato in un dirupo a Paline di Borno.
Impossibile per l'opinione pubblica ma soprattutto per il padre. Sui Social dediche alla figlia, cuori, Angie dei Rolling Stones. Angie come il soprannome che la figlia usava nel mondo del sex working. Il padre di Carol Maltesi non si dà pace, impossibile capire come "il diamante della mia vita" sia stato ucciso atrocemente a 26 anni.
"Perché non ci hai provato con me pezzo di m...? Ti aspetto quando esci dal carcere, anche dopo 30 anni. Se no ti sistemerò io o uno dei miei giovani amici che ti odiano come me".
Minacce, insulti, voglia di vendetta: il dolore sfocia in voglia di rivalsa verso chi ha tolto la vita a sua figlia.
Il difensore di Fontana si è così espresso al termine dell'interrogatorio. "Ha risposto a tutte le domande degli inquirenti e si è detto assolutamente pentito. Si è dato più volte del vigliacco per non aver avuto il coraggio di chiamare subito le forze dell'ordine".
Ma probabilmente nessuna scusa placherà mai la rabbia e il dolore al padre di Carol, che affida ai Social il suo messaggio.