13 Apr, 2022 - 22:10

Baby Gang - Altri problemi con la legge per il trapper

Baby Gang - Altri problemi con la legge per il trapper
"Che volete? Sono Baby Gang" così Zaccaria Mouhib, in arte Baby Gang, ha risposto agli agenti della polizia di Milano che gli avevano chiesto di esporre i documenti dopo un semplice controllo a un posto di blocco.Il cantante originario di Lecco, però, non avrebbe gradito i modi degli uomini in divisa e avrebbe deciso di rispondergli in malo modo, oltre ad alzare anche le mani. Morale della favola? Fuga condita da una denuncia per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, oltre che per violazione del "foglio di via".
Il giovane, fermato a bordo di un T-Max guidato da un suo amico, si sarebbe rifiutato di fornire i documenti rivolgendosi ai poliziotti con termini offensivi e aggressivi. La discussione, avvenuta a pochi metri di distanza da piazzale Loreto è sfociata in una vera e propria colluttazione culminata con la fuga del trapper.

Baby Gang: i precedenti

L'uomo che era con il rapper, un 21enne con precedenti, è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, mentre Baby Gang è riuscito a scappare ottenendo una denuncia per gli stessi reati. I due agenti hanno riportato escoriazioni ed ecchimosi giudicate guaribili in sette giorni.  Mouhib era stato già arrestato nei mesi scorsi in un’inchiesta della Procura di Milano su una serie di rapine ma era stato poi scarcerato su decisione del Riesame, che aveva considerato come lacunose le prove a suo carico e soprattutto i riconoscimenti fotografici.Il giovane, oltretutto, risulta indagato anche per "accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti" dopo che sul suo profilo Instagram aveva postato una foto con, in descrizione, l'annuncio di aver "girato una parte" di un suo video musicale a San Vittore, dopo l'arresto, sostenendo che in questo modo il suo "prossimo singolo rimarrà nella storia del rap", essendo lui "il primo artista 'detenuto' ad aver girato un video in un carcere". 
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Leonardo Diofebo
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