Fino al 15 giugno è confermato il protocollo Covid per i lavoratori privati, compreso l'obbligo di mascherine. La misura si applica nelle situazioni a rischio, per esempio quando non è possibile rispettare la distanza di sicurezza. Ciò vale se l'ambiente di lavoro, al chiuso o all'aperto, è condiviso oppure se si lavora a contatto con il pubblico.
L'incontro tra le parti sociali con il ministero del Lavoro e della Salute insieme a Inail ha dunque prorogato il protocollo Covid in vigore nei luoghi di lavoro. Lo comunica alla stampa il segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini:
"L’aggiornamento dei protocolli slitta a metà giugno in un nuovo incontro con i ministeri del Lavoro, della Sanità, dello Sviluppo economico, l’Inail. Alcuni punti risultano già oggi sorpassati, come la misurazione della temperatura e gli accessi contingentati. Valuteremo fino a quando mantenere gli strumenti previsti. I protocolli hanno funzionato, garantendo la ripresa in sicurezza. Abbiamo inoltre confermato l’importanza dell’utilizzo della mascherina dove c’è una presenza promiscua".
La decisione di prorogare il protocollo Covid vigente nei luoghi di lavoro segna una prima linea di demarcazione tra lavoratori pubblici e privati. Nelle Pa, infatti, si raccomanda semplicemente l'utilizzo, come si legge nella circolare firmata dal ministro Renato Brunetta. Accolta dunque la proposta di Confcommercio, riassunta dalla vicepresidente Donatella Prampolini:
"I protocolli dovranno essere semplificati ma non aboliti, vanno dismessi gradualmente. Riscontriamo ancora molti casi di positività tra i nostri collaboratori. Una volta cadute le prescrizioni sui dpi andranno aboliti anche i comitati aziendali istituiti per la pandemia".
Rimane dunque in vigore il protocollo risalente al 6 aprile 2021. L’ultimo decreto Covid ha prorogato il riconoscimento della mascherina chirurgica come dpi, ma le singole aziende possono sempre scegliere l’obbligo di far indossare la Ffp2 ai propri dipendenti.