13 May, 2022 - 17:29

Sri Lanka, una crisi che prosegue da due mesi

Sri Lanka, una crisi che prosegue da due mesi
Prosegue il momento delicato che lo Sri Lanka sta vivendo da inizio marzo. La crisi, prima economica e poi anche politica, ha messo in grande difficoltà il Paese e, in particolare, i due fratelli Rajapaksa, uno presidente e l’altro primo ministro. Proprio quest'ultimo, nei giorni scorsi, è stato costretto a dimettersi, a causa dell'inasprimento delle proteste, portando l'esercito a sparare sulla gente.

Le motivazioni della crisi in Sri Lanka

La crisi sta causando gravi carenze di cibo, di carburante e di medicine. Il popolo, però, oltre ad accusare il governo per la cattiva prevenzione della stessa crisi, sta protestando per averla aggravata con anni di corruzione, scelte e investimenti sbagliati, politiche populiste e fallimentari. Ma le manifestazioni hanno qualcosa di eccezionale per un Paese come lo Sri Lanka, ossia la partecipazione di tutti i gruppi religiosi, cosa piuttosto rara viste le profonde divisioni. Anche i buddisti singalesi, di cui fanno parte i fratelli Rajapaksa, si sono uniti alle proteste. Le dimissioni di Mahinda, dal ruolo di primo ministro, non hanno placato l'ira dei manifestanti, i quali hanno chiesto anche quelle del presidente. Nell'ultimo periodo, infatti, i suoi poteri sono cresciuti, arrivando tra le altre cose a includere la nomina di cariche importanti come giudici e capi della polizia.

I risvolti economici

Nelle ultime settimane lo stesso governo aveva cercato di minimizzare la crisi, nonostante il default della banca e la sospensione del pagamento del debito nazionale. Il tasso dell'inflazione, inoltre, ha raggiunto il 21% diventando il più alto della regione dell’Asia Pacifico. Inevitabilmente i prezzi di beni essenziali sono volati, con una mancanza, sempre maggiore, di cibo, carburante e medicine. Non sono mancate neanche le interruzioni di corrente e il servizio mensa nelle scuole è stato sospeso. Annullati anche gli esami per milioni di studenti vista la mancanza di carta. Lo Sri Lanka, infatti, è un Paese importatore, ma le sue riserve di valuta estera si sono ridotte al minimo. Secondo l’Economist quelle esistenti non bastano nemmeno a garantire una giornata intera di importazioni. La mancanza di investimenti per rendere il Paese più indipendente dalle importazioni hanno peggiorato la situazione, così come quelli per aumentare e diversificare le esportazioni. Secondo un rapporto dell’Università di Harvard di qualche anno fa, questo è stato uno degli ostacoli principali alla crescita economica dello Sri Lanka. Per esempio a causa della mancanza di iniziative per migliorare strade e infrastrutture in modo da facilitare i trasporti e rendere il paese più dinamico e produttivo. Tra i vari investimenti, a livello di infrastrutture, sbagliati ci sono l'aeroporto di internazionale Mattala Rajapaksa e il porto di Humbantota. Il primo è noto come 'l’aeroporto più vuoto del mondo', diventando un'attrazione turistica per vedere i suoi ampi spazi inutilizzati. Entrambi sono stati costruiti grazie ad un debito contratto con la Cina. Debito che lo stato non può ripagare.
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Giorgio Mastrogiacomo
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