Tennis, Wimbledon senza punti: rischio boicottaggio
Di qualche giorno fa la decisione che a Wimbledon non si assegneranno punti e dopo le prime reazioni sempre più atleti prendono posizioni più o meno pesanti nei confronti della "strana" edizione che sarà quella di Wimbledon 2022.
I problemi della prossima edizione di Wimbledon
Sì ai no-vax, no ai russi, nessun punto nel ranking ATP e WTA, montepremi più basso: non si può certo dire che Wimbledon quest'anno stia attirando le simpatie degli atleti con le sue scelte che definire "impopolari" è forse riduttivo.
Iniziano i primi forfait, come quello del francese Lucas Pouille che ha dichiarato: In quanto giocatore, non sono stato in alcun modo associato alla decisione di Wimbledon e non sono d'accordo. Capisco la frustrazione dei russi e l'ingiustizia che ne deriva, so che non c'entrano nulla, ma ora c'è un'ingiustizia per 240 persone anziché 12. Non possiamo pagarne le conseguenze. Che io sappia non è stata neanche una decisione unanime. Inizialmente mi sono iscritto agli eventi su erba pensando che Wimbledon resta comunque un torneo dello Slam, ma alla fine non credo che parteciperò.
La posizione di Djokovic: giocatori non coinvolti nella decisione
"Ho saputo del documento del Governo inglese destinato all'All England Club. Avevano diverse opzioni sul tavolo, ma non le hanno discusse con l'Atp o con i singoli giocatori, nemmeno con tennisti russi e bielorussi per capire se si potesse arrivare ad un compromesso. Penso sia stata una decisione sbagliata, non la sostengo in nessun modo.
Djokovic, causa anche le sue posizioni no-vax, è sicuramente uno degli atleti più penalizzato dalle decisioni "politiche".
Quest'anno ho perso 4000 punti per decisioni politiche. Non avere la possibilità di difendere punti a Wimbledon, così come in Australia, ha un impatto molto negativo su di me. Wimbledon è il torneo che sognavo di vincere da piccolo, non lo guardo dal punto di vista dei punti o del montepremi, ma deve esserci un criterio ed un rispetto reciproco. Ho parlato con il presidente dell’Atp (Andrea Gaudenzi, ndr), i dirigenti e alcuni membri del Players Council e mi fa piacere che i giocatori sostengano collettivamente l'Atp. Quando qualcuno commette un errore, e un errore c'è stato da parte degli organizzatori di Wimbledon, bisogna dimostrare che ci saranno delle conseguenze. È difficile dire cosa sia giusto e cosa no. È la classica situazione in cui qualcuno soffrirà più degli altri. Alla fine, perdono tutti.
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