Reggio Calabria - Un insegnante di una scuola elementare adescava le minorenni. La polizia ha già arrestato l’uomo che ora si trova in carcere. A far partire le indagini è stata una denuncia da parte della madre di una delle vittime. L'insegnante di scuola elementare arrestato è un cinquantenne di origini piemontesi.
Le indagini sono state condotte dalla Polizia Postale di Brescia, con il supporto del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma. Le indagini hanno coinvolto anche i Compartimenti delle Comunicazioni della Lombardia, della Calabria e del Lazio, con il coordinamento delle procure di Brescia e di Reggio Calabria
L'uomo, un cinquantenne di origini piemontesi, è stato incastrato dal materiale (video e immagini) che deteneva nella sua abitazione. I Carabinieri, dopo la denuncia registrata dalla Polizia Postale di Brescia, hanno cercato per mesi l’uomo. Quest’ultimo è stato individuato a Roma.
Durante la perquisizione domiciliare e informatica gli agenti hanno sequestrato uno smartphone all'interno del quale erano presenti 144 tra immagini e video pedopornografici. Grazie a queste prove, gli inquirenti hanno ricostruito la condotta dell’insegnante.
L’adescatore intratteneva con le minorenni videochiamate a sfondo sessuale. L'indagato avrebbe registrato le videochiamate con le minori al fine di conservare le clip video. L’uomo inoltre, durante le videochiamate, si spacciava per un giovane ragazzo grazie all'utilizzo di un software deepfake in grado di modificare gli aspetti somatici del volto.
Grazie a queste prove, il gip di Brescia ha disposto la custodia cautelare a carico dell’insegnante ed ora si trova in carcere.
Le prime disposizioni in materia sono state introdotte con il Consiglio d’Europa il 25 ottobre 2007, ovvero nella cosiddetta Convenzione di Lanzarote. In particolare l’art. 23 prevede di agire contro l’agente quando la condotta è ormai in uno stato avanzato.
La punibilità, nel nostro Paese, è prevista anche per le prime fasi, ovvero quando ancora non è palese l’adescamento di minorenni.
La pena è la reclusione da uno a tre anni, se non vengono commessi altri reati più gravi.