Oggi è Venerdì 17 una data che per i più superstiziosi rappresenta un vero e proprio incubo, una giornata "creata" per rimanere tra le mura amiche delle proprie abitazioni e restarvi per le prossime 24 ore, fino a che il calendario non segni 18. C'è anche l'altra faccia della medaglia: quelli che non credono alla sfortuna e anzi, rilanciano sfidando in ogni modo la superstizione. Da qualunque parte voi stiate, quella di venerdì 17 è una storia antichissima, molto più di quanto pensiate, una storia o leggenda che affonda le sue radici addirittura nell'antica Roma.
Per quale motivo questa giornata desta così tanta paura e preoccupazione? Per rispondere a questa domanda bisogna fare un bel viaggio indietro nel tempo e tornare fino all'antica Roma, i latini infatti collegavano il numero 17, scritto XVII in numeri romani e la parola VIXI che dal latino significa "Ho vissuto". Questo collegamento e somiglianza grafica tra il numero e la parola fece associare agli antichi latini il significato di morte. Non c'è solamente un discorso storico ma anche religioso: il diluvio universale, voluto da Dio per punire l'inciviltà della popolazione, iniziò proprio di 17, nel febbraio del 2348 avanti Cristo.
A partire dal secondo secolo dopo Cristo iniziarono ad uscire le prime scritture legate all'interpretazione dei sogni ed il filosofo e scrittore greco Artemidoro di Daldi scrisse che il numero 17 portava male. Nella famosa smorfia napoletana, legata all'interpretazione dei sogni ma anche alla numerologia il 17 è considerato come una "disgrazia". La paura del venerdì 17 è una superstizione solamente per gli abitanti del mediterraneo, nel mondo con è così: nel nord Europa ad esempio, il giorno più sfortunato dell'anno non è venerdì 17 ma venerdì 13.
Attenzione perché il 17 non ha solamente una connotazione negativa: nella Cabala ad esempio il 17 è un numero positivo perché se aggiungiamo le lettere ebraiche tet, waw e bet danno la parola "buono".