Nell'anno del trentennale della Strage di Capaci, il neo procuratore generale Lia Sava torna a parlare dei fatti accaduti a Palermo all'epoca in un'intervista al centro studi Pio La Torre. Il riferimento e i commenti derivano dalle sentenze dei processi "Capaci bis" in Cassazione (14 giugno) e "Borsellino quater" (11 maggio).
Il procuratore generale Lia Sava torna a fare il punto sulla verità che ruota attorno alle Stragi del '92-'93, tra cui quella di Capaci, sottolineando come ci sia la ferma volontà di colmare le lacune che rimangono a distanza di trent'anni. Per lei quel periodo ha un significato particolare, poiché pur essendo lontana geograficamente dalla vicenda (è di origini pugliesi), l'accaduto coincise con il suo ingresso nel mondo della magistratura, intrapreso con fortissimo slancio.
Nella sua chiacchierata a tutto tondo, Sava allarga il campo a due piaghe di stampo mafioso come il pizzo e l'abigeato, ossia il furto del bestiame:
Lia Sava si è insediata sulla poltrona della Procura di Palermo lo scorso 23 aprile, proveniente dalla vicina Caltanissetta. Sin dal suo esordio non ha mai mancato di sottolineare l'impegno della giustizia per ricercare la totale verità sulle stragi di quel biennio macchiato di sangue. Una vocazione che la 49enne si impegna a portare avanti con profondo senso di riconoscenza.