Al triplice fischio il risultato non cambia, confermato lo sciopero dei taxi nelle giornate del 5-6 luglio con disagi che si preannunciano alquanto pesanti. Nessun accordo dunque sulla modifica dell'Art.10 del Ddl Concorrenza contro la liberalizzazione del settore.
Si conclude con una fumata nera l'incontro tra il vice ministro dei Trasporti Teresa Bellanova e i sindacati dei taxi. Tutte le 14 sigle hanno infatti aderito allo sciopero di taxi in programma nelle giornate del 5-6 luglio: 48 ore di agitazione sull'intero Stivale che vedranno l'apice nella manifestazione odierna con arrivo in Piazza Venezia a Roma.
Parti irremovibili sull'Art.10 del Ddl Concorrenza, con i tassisti che ne chiedono lo stralcio e il governo disposto a modificare solamente il contorno del testo. Sostanzialmente si tratta di una forma di liberalizzazione del settore che si attua sia tramite un adeguamento tecnologico dell'offerta che attraverso un sistema di licenze (in stile Uber) per cercare di garantire ai passeggeri standard qualitativi migliori. Non è la prima volta che ciò accade, agli albori fu Bersani a provarci con scarso successo, poi Monti, poi Renzi, un fallimento continuo. C'è grande protesta inoltre per lo "staccamento" dalla legislazione per il meccanismo Ncc, il noleggio con conducente.
Già dalle prime ore del mattino, con lo sciopero iniziato ufficialmente alle 8, si sono registrate le prime ripercussioni sul resto del traffico. A soffrire dello stop alle auto bianche sono soprattutto i turisti, spesso stranieri, con il rischio di investimento anche sul settore turistico. Napoli in particolare rimane al centro dell'attenzione
Molti albergatori faranno di necessità virtù e metteranno in campo i propri strumenti pur di minimizzare i disagi. Se non altro questa volta lo sciopero era annunciato e ha permesso di organizzarsi in qualche maniera, nonostante alcuni salti mortali per garantire il servizio.
Intanto, mentre il Ddl Concorrenza ritorna in Aula, la politica appoggia quasi in toto i tassisti. Matteo Salvini è meno deciso nel sostegno, sebbene la Lega appoggi la linea di fondo sull'Art.10 e rimanga di fatto l'unico interlocutore del sindacato delle auto bianche. Al posto del Carroccio potrebbe subentrare Fratelli d'Italia, che come sola forza oppositrice del governo gode di una crescente credibilità.
A sinistra sia il Movimento 5 Stelle sia il Partito Democratico hanno cercato di mettere le tenaglie alla liberalizzazione, in particolare al Nazareno c'è una frangia che propone lo stralcio sostenuto dai tassisti stessi. Fassina e Bersani di Leu sono in prima fila, mentre Calenda guida la fronda del "no", affiancato da Forza Italia.