05 Jul, 2022 - 11:45

Allarme siccità : "Produzione mais irrecuperabile"

Allarme siccità : "Produzione mais irrecuperabile"

Allarme siccità : "Produzione mais irrecuperabile". Cominciano ad arrivare le sentenze quasi definitive alla situazione di carenza idrica che caratterizza il nostro paese stretto da mesi nella morsa del caldo. Ancora altri 10 giorni di siccità e la produzione nazionale di mais rischia di essere irrecuperabile. Senza piogge, Cia-Agricoltori Italiani stima un crollo del 50% con una resa di 40/50 quintali per ettaro, paragonabile all’anno considerato peggiore in questo senso, quello del 2003.

Allarme siccità : "Produzione mais irrecuperabile"

Sono gli agricoltori italiani, che fotografano meglio la situazione, indipendentemente dal dibattito politico sui cambiamenti climatici. La fotografia è in bianco e nero, mancano i colori cancellati da una situazione nefasta che ci porta a un livello di autosufficienza che calerebbe al 30%, con effetto a valanga per l’alimentazione del bestiame delle nostre stalle e per tutte le eccellenze del Made in Italy.

Dopo il danno la beffa della finanza

Al danno, la beffa arriva per gli agricoltori dalla finanza internazionale, che sta affondando il prezzo del mais, arrivato a 35 euro/qt e destinato a scendere ancora, noncurante della forte contrazione sul mercato globale dopo il conflitto ucraino. Sempre secondo la Cia, a fronte di una spesa media per ettaro schizzata a 3mila euro dopo i rincari energetici e dei fertilizzanti, al cerealicoltore servirebbero almeno 40euro/qt per raggiungere un risicato pareggio.

La catastrofe attesa a settembre

Se la situazione continua così il quadro generale si fa complesso, molto complesso, soprattutto per il futuro. La mancanza di acqua nelle settimane cruciali di sviluppo della pianta avrebbe effetti catastrofici sul raccolto a settembre, che sarebbe scarso e mal pagato. Il risultato di una tale situazione indurrebbe la maggior parte delle aziende agricole, indebolite dall’aumento dei costi e dagli effetti della siccità, ad abbandonare questa coltura, di cui fino a 20 anni fa l’Italia era autosufficiente all’80%.

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Gianluca Fabi
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