L’Italia è il Paese dei single è la nuova fotografia scattata dall’Istat che non emerge certo da un’indagine sulle relazioni amorose o sulle abitudini interpersonali dei cittadini. Ma è semplicemente quello che raccontano i dati del Rapporto Annuale 2022 sui nuclei familiari. In Italia infatti il 33,2% delle persone vive da solo mentre le coppie con figli costituiscono il 31,2% delle famiglie. Una tendenza, secondo l’Istituto di Statistica, destinata a peggiorare.
Il problema della denatalità torna in primo piano in modo ricorrente e allarmante e per contrastarlo il governo ha messo in campo il Family Act. La nuova indagine sulle famiglie italiane restituisce però un quadro affatto rassicurante.
Nel 2021, per la prima volta, il rapporto Istat riporta un sorpasso del numero dei single sulle coppie che hanno avuto figli. E ci si aspetta, tra una ventina d’anni, un altro storico stacco da parte delle coppie senza figli.
Le famiglie sono sì in aumento rispetto al 2020 ma sono sempre più piccole. Quelle composte da una sola persona che passano dal 24 al 33,2% per un totale di 8,5 milioni di persone. Crescono anche i nuclei formati da un solo genitore e figli (quasi una su dieci).
Di questo passo verso il 2040 le coppie senza figli potrebbero numericamente superare quelle con figli e quasi 4 famiglie su 10 potrebbero essere costituite da persone single.
Negli ultimi dieci anni il tessuto demografico e sociale italiano è cambiato profondamente. Le nascite sono in costante calo dopo il 2008, anno di massimo relativo più recente. Il crollo è particolarmente accentuato tra le donne con meno di 30 anni perché il rinvio della maternità è sempre più accentuato. Rispetto al 1995 l’età media al parto è aumentata di oltre due anni, arrivando a 32,2 nel 2020. Il numero medio di figli per donna è di 1,25.
In Italia prosegue inoltre l’invecchiamento della popolazione per una persistente bassa fecondità e una longevità sempre più marcata. Al 1 gennaio 2022 l’indice di vecchiaia, il rapporto in termini percentuali tra anziani over65 anni e giovani under15, è pari a 187,9%. Aumentato in vent’anni di oltre 56 punti.