Il colosso russo del gas Gazprom avvita ulteriormente il rubinetto, comunicando che dal 14 luglio (giorno in cui è datata la lettera) sarà costretta a garantire parzialmente il flusso verso l'Ue per cause di forza maggiore.
Con grande senso generico e indeterminato, Gazprom annuncia un nuovo restringimento nelle forniture di gas all'Ue senza tuttavia specificare quale sia il motivo dietro la decisione. Nella lettera inviata ai partner europei, il colosso russo utilizza espressioni tipicamente impersonali come "causa di forza maggiore" e "condizioni straordinarie" che celano ciò che forse appare ormai inevitabile: lo stop definitivo.
Gazprom si è inoltre tutelata da possibili ripercussioni finanziarie, mentre su quelle geopolitiche il destino è ormai segnato. Sul fronte Nord Stream 1, il gasdotto che unisce Russia e Germania, arrivano novità in merito alla famosa turbina Siemens che dovrebbe ripristinare un "nodo" della struttura. Ufficialmente in ferie fino al 21 luglio, fonti del Bundestag fanno sapere che la turbina arriverà a Berlino il 24 luglio senza violare le sanzioni Ue grazie al tramite della Finlandia come intermediario. Le stime indicative parlano dei primi giorni di agosto come data del ripristino, tuttavia è davvero difficile non prevedere sorprese da qui a due settimane.
Anche perché basta leggere tra le righe per capire che parte del volume europeo è già stato dirottato da Gazprom. Si tratta della Cina e del gasdotto siberiano, con le importazioni del Dragone cresciute del 63% nel 2022 pari a 38 miliardi di metri cubi annui.
L'Europa cerca di non restare a bocca asciutta e nella giornata odierna ha siglato un memorandum d'intesa con l'Azerbaijian per una fornitura di 20 miliardi di metri cubi di gas entro il 2027. Soddisfatto il presidente della Commissione Ue Von der Leyen: