Nel ciclismo si torna a parlare di doping: al Tour de France qualche domanda "inopportuna" ha fatto scattare i ciclisti della Jumbo-Visma che, vittime di anni di casi nello sport, si sono trovati il dito puntato dopo le ottime prestazione che stanno facendo registrare.
Gli appassionati ricorderanno l'incredibile caso della Operacion Puerto del 2006, quando non presero il via alla Gran Boucle Ivan Basso, fresco vincitore del Giro d'Italia e Jan Ullrich, che fu anche licenziato.
Alla fine a vincere fu Floyd Landis, ma fu trovato positivo al termine della corsa e squalificato, la vittoria fu così data allo spagnolo Oscar Pereiro.
Le insinuazioni sul doping al Tour de France sono sempre le stesse, ma Jonas Vingegaard e Wout Wan Aert non ci stanno e, ad una domanda di una giornalista, sono sbottati.
La risposta di Wout van Aert sulla questione doping al Tour de France
Non voglio nemmeno rispondere, è una domanda di merda. È una domanda che torna ogni volta che qualcuno vince il Tour. Perché ora stiamo rendendo a questi livelli dobbiamo difenderci? Non capisco. Abbiamo lavorato duramente per questo. Il ciclismo è cambiato e non mi piace che dobbiamo continuare a rispondere a queste domande. Siamo controllati in ogni momento, non solo al Tour de France, ma tutto l’anno, vengono a casa. Non facciamo altro che allenarci. Se guardiamo a come il team è cresciuto negli anni, non è un risultato venuto dal nulla.
Le parole di Vingegaard
Siamo completamente puliti, tutti noi all’interno della squadra. Ve lo posso garantire, nessuno di noi prende nulla di illegale. Siamo stati così forte grazie alla nostra preparazione. Abbiamo fatto degli stage in altura come nessun altro. Abbiamo fatto tutto il possibile a livello di materiali, di allenamento e di nutrizione. Siamo la migliore squadra in questo ed è per questo che dovete fidarvi.