Giornata mondiale della tigre. Per sensibilizzare sulla sua tutela e la sua salvaguardia, il 29 luglio di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Tigre. Oggi possiamo contare tra 3.726 e 5.578 tigri, distribuite in maniera disomogenea in 11 differenti paesi (India, Nepal, Bhutan, Bangladesh, Russia, China, Myanmar, Thailandia, Malesia, Indonesia e Cambogia). La popolazione più numerosa si trova in India, con 2226 tigri censite.
Come sottolinea il Wwf, nel 2015 si è passati dai 100mila esemplari di inizio Novecento a circa 3mila esemplari nel 2014, oltre il 97% degli esemplari in meno. Si parla di un declino costante, in quando solo nel 2006, il numero di tigri era circa 7mila.
Lo scopo della Giornata Mondiale della tigre è quello di creare un sistema mondiale volto a proteggere l’habitat naturale di questo felino. Ma non solo: bisogna anche sensibilizzare l’opinione pubblica per continuare a sostenere i progetti relativi alla conservazione di questa specie.
La Giornata Mondiale della Tigre è stata introdotta nel 2010 nel corso del Tiger Summit di San Pietroburgo, con lo scopo di promuovere un sistema globale per proteggere gli habitat naturali delle tigri e sensibilizzare l’opinione pubblica a sostenere le questioni relative alla loro conservazione.
Al Summit è stata fatta una dichiarazione da parte dei governi dei paesi popolati da tigri in cui si prometteva a impegnarsi a raddoppiare la popolazione delle tigri entro il 2020. Da qui a quel giorno vi sono stati lievi miglioramenti ma la situazione rimane comunque critica.
Le cause principali della sua estinzione sono da attribuire alle scellerate azioni che hanno visto la distruzione delle foreste e il bracconaggio che avevano letteralmente fatto scomparire il 95% dell’habitat storico e ridotto del 97% le popolazioni naturali del felino.
Le tigri, infatti, sono a rischio estinzione per diversi motivi:
Nella giornata mondiale della tigre occorre certamente diffondere e consolidare i nuovi approcci che favoriscano la conservazione di questa specie unica nell’interesse stesso delle comunità locali che vedendo scomparire il più grande felino del Pianeta, perderebbero parte della loro stessa cultura oltre che interessi ecosostenibili.