Accadde oggi, 12 agosto 2000: la tragedia del Kursk. Il K-141 Kursk è stato un sottomarino russo a propulsione nucleare della Flotta del Nord; apparteneva alla classe Oscar II. Il Kursk, entrato in servizio nel 1995 presso la base di Severomorsk, era in grado di trasportare e lanciare missili a testata nucleare. Il suo dislocamento era di 10.700 tonnellate in superficie e di 13.500 tonnellate in immersione. L'equipaggio base era formato: da 52 ufficiali e 55 marinai, per un totale di 107 persone. Prima del suo naufragio era uno dei più moderni sottomarini in dotazione alla flotta russa.
Il 12 agosto 2000 il sottomarino nucleare era impegnato nel Mare di Barents in un'esercitazione militare navale e nella quale avrebbe dovuto lanciare dei siluri da esercitazione senza carica esplosiva. I siluri andavano sparati contro l'incrociatore nucleare, classe Kirov, Pjotr Velikij. Alle 11:28 ora locale, furono lanciati dei siluri di prova, ma subito dopo si registrò un'esplosione; presumibilmente esplose uno dei siluri del Kursk.
L'esplosione fu di una potenza compresa tra i 100 e i 250 kg di TNT. In conseguenza delle lesioni allo scafo dovute all'esplosione, il sommergibile si adagiò sul fondo a 108 metri di profondità, a circa 135 km da Severomorsk. Una seconda esplosione avvenne all'interno dello scafo, 135 secondi dopo la prima, e con una potenza esplosiva compresa tra le 3 e le 7 tonnellate di TNT. La deflagrazione prima sollevò e poi fece ricadere sul sottomarino molti detriti.
Dopo vari tentativi di salvataggio, da parte dei russi, tutti falliti, una nave speciale norvegese equipaggiata con un batiscafo inglese, si agganciò con successo al sottomarino affondato, trovandolo tuttavia completamente allagato e senza alcun superstite. In totale le vittime della tragedia del Kursk furono 118. E ancora oggi, dopo 22 anni, la tragedia del sottomarino Kursk rimane avvolta nel mistero (nella foto: il Kursk emerge dall'acqua).