Accadde oggi, 27 agosto 1813: Napoleone vince la battaglia di Dresda. Nello scontro di 209 anni fa, l'esercito francese sconfisse le truppe alleate di Austria, Russia e Prussia. La battaglia cominciò il 26 agosto del 1813. Contro Napoleone Bonaparte scese in campo la sesta coalizione anti-francese, formata da Impero austriaco, Impero russo e Regno di Prussia, sotto la guida del feldmaresciallo Karl Philipp Schwarzenberg.
Le forze dei coalizzati sferrarono un attacco frontale a Dresda, importante piazzaforte dei francesi nel Regno di Sassonia, ma non sfruttarono il momento per sopraffare la guarnigione nemica con la loro schiacciante superiorità numerica consentendo così a Napoleone di accorrere con i rinforzi; nel corso di una dura battaglia proseguita per due giorni, i francesi batterono nettamente gli avversari obbligando Schwarzenberg alla ritirata.
Dresda fu una chiara vittoria di Napoleone, molto più netta dei precedenti successi di Lutzen e di Bautzen del maggio 1813. A fronte di circa 7.500-10.000 tra morti e feriti, l'armata francese aveva inflitto ai coalizzati tra le 38.000 e le 40.000 perdite; in mano transalpina rimasero circa 13.000 prigionieri. I coalizzati persero la battaglia di Dresda soprattutto per le loro mancanze in fatto di comando e controllo.
La presenza dei monarchi alleati al quartier generale di Schwarzenberg fu più un intralcio che altro, obbligando di fatto il feldmaresciallo austriaco a combattere con le mani legate. Inoltre, lo spiegamento dell'Armata di Boemia su un fronte di più di otto chilometri non favorì la celerità nella trasmissione degli ordini. E ancora: i ritardi dei coalizzati nel prendere le decisioni fecero perdere loro l'attimo più favorevole contribuendo alla presa dell'iniziativa da parte dei francesi, agevolati in questo senso anche dall'unitarietà del comando incarnata dallo stesso Napoleone.
Pur vittoriosa, la condotta dell'imperatore non fu tuttavia esente da critiche: vista la buona difesa organizzata da Saint-Cyr a Dresda, sarebbe stato forse meglio rinforzare la posizione del maresciallo con poche forze e dirottare invece il corpo centrale della Grande Armata a sud della città, fargli attraversare l'Elba tra Pirna e Konigstein e andare così a tagliare la via di ritirata dell'intera Armata di Boemia. Invece, Napoleone non se la sentì di rischiare la perdita di Dresda, con i suoi magazzini pieni di preziosi rifornimenti, e dirottò l'intera sua armata a difesa della città lasciando al solo corpo di Vandamme il compito di minacciare le retrovie nemiche; con il senno di poi, fu un grave errore.