Caro energia, negozi e centri commerciali stanno valutando nuove iniziative per fronteggiare i costi energetici.
A causa delle bollette sempre più costose e di un tasso di inflazione che ha raggiunto livelli da record, molti esercizi commerciali necessitano di nuove vie alternative per sopravvivere.
Tra le proposte più probabili, si valutano le aperture a giorni alterni, orari ridotti e diverse altre strategie per ridurre il consumo di energia elettrica.
Le attività e gli esercizi di tutta Italia, stanno soffrendo la crisi energetica e il conseguente caro prezzi che ha visto aumentare notevolmente i costi per il consumo di energia elettrica.
Come ha dichiarato Gabriel Meghnagi, presidente della rete associativa vie Confcommercio Milano:
"Questa situazione è peggiore dell’austerity degli anni '70.
Con fatica, migliaia di negozi e centri commerciali, stanno tentando di trovare delle vie alternative contro il caro energia.
Come già preannunciato, gli effetti più pesanti di questa situazione arriveranno in autunno e interesseranno tutti i settori, compresi negozi, alimentari, bar, ristoranti e hotel.
Un nuovo ostacolo da affrontare, dopo la chiusura delle attività causata dalla diffusione del Covid, e adesso, molte attività rischiano di non riuscire a sopravvivere e, di conseguenza, di chiudere definitivamente.
L’allarme arriva da ogni parte della penisola. Da nord a sud, le attività commerciali di diverse città chiedono aiuti al Governo. Gli ingenti costi dell’energia, infatti, incidono notevolmente sui fatturati di imprese e negozi.
Secondo i dati raccolti da Confcommercio, in un solo anno, la crescita va dal +181% nel dettaglio alimentare al +161% per alberghi-ricettività, al +123% per la ristorazione, +119% e +116% per i negozi non alimentari ed i servizi.
Le conseguenze dei rincari in bolletta potrebbero essere devastanti, per questo, arrivano da più parti diverse proposte per evitare la chiusura definitiva.
Il 66% delle attività avanza nuove idee per un minore uso dell’illuminazione e degli impianti di riscaldamento e aria condizionata.
Allo stesso tempo, si richiedono agli enti governativi dei provvedimenti più ampi e incisivi per ridurre il carico fiscale sulle bollette.
Come, Gabriel Meghnagi ha spiegato ai microfoni di Agi, si stanno valutando diverse iniziative per cercare di fronteggiare questa situazione difficile:
Escludo chiusure anticipate, sarebbe la morte annunciata delle attività. Per prima cosa si potrebbero sostituire le luci, installando led a basso consumo e mettere una barriera d'aria, la cosiddetta lama d'aria, all'ingresso.
L’uso dell’illuminazione in negozi e attività, secondo Meghnagi, potrebbe sottostare a delle regole:
Si possono non tenere accese le luci fino all'una di notte, ma vetrine e insegne fino alle 23, soprattutto per garantire l'illuminazione delle strade, e le altre luci spegnerle quando si chiude il negozio.
I centri commerciali, poi, potrebbero fare molto di più:
"Il risparmio enorme potrebbe arrivare dai negozi dei centri commerciali. Se chiudessero e spegnessero le luci alle 20, invece che alle 22, il risparmio sarebbe enorme. Ad esempio, per un esercizio di 100 mq ci sarebbe un risparmio dagli 8 ai 10 mila euro all'anno, cifra che equivale in media al 4% dei ricavi.
Anche il mantenimento dell’attuale ora legale, potrebbe incidere positivamente in questo complicato scenario, Meghnagi, infatti, sostiene:
Garantirebbe un risparmio di mezzo miliardo di euro di consumi di energia elettrica, a cui aggiungere un tetto europeo al prezzo del gas, che sicuramente aiuterebbe. D’altra parte, l'aumento delle bollette va da due volte e mezzo a quattro volte, in base ai contratti. Arrivano conguagli pazzeschi e i bar a conduzione familiare sono i più esposti".
Il direttore di Confcommercio Roma, Romolo Guasco, sulle difficoltà che stanno incontrando le attività della Capitale, afferma:
Bisogna evitare ulteriori chiusure, dopo la perdita in questi ultimi anni già di 10-15 mila aziende per gli effetti della pandemia. Una situazione che oggi ci fa vedere anche diverse vetrine chiuse nel centro storico. Ora i rincari energetici mettono a rischio altre aziende, 8-10 mila nell’anno.
In questo contesto, anche i consumatori, nei prossimi mesi, soffriranno per l’aumento dei prezzi di molti beni, compresi anche molti prodotti alimentari e proprio per questo, la maggior parte delle famiglie italiane, ha già tagliato le spese alimentari con la conseguenza che, con l’arrivo dell’autunno, i dati sull’aumento della povertà potrebbero raggiungere livelli preoccupanti.