Parole dure da parte chi, non troppo tempo fa, condivideva non solo il governo ma un'idea di futuro per l'Italia: la famosa agenda progressista. Eppure, questo è: Giuseppe Conte chiude i ponti con il PD, almeno per ora. Il Presidente del Movimento 5 Stelle, pungolato per l'ennesima volta circa la possibilità di un dialogo post elezioni con il fronte dem, chiude nettamente: "Con questo Pd non possiamo lavorare dopo gli errori fatti, le accuse che ci hanno rivolto e che ci hanno rivolto le spalle per abbracciare Di Maio, Tabacci, Calenda, Renzi, Carfagna, Gelmini e l'elenco e' lunghissimo pur di buttarci via dal sistema".
Ancora Conte: "Noi abbiamo un programma e vi garantisco che per cinque anni avrete una forza politica che farà di tutto per realizzarlo. Noi andiamo orgogliosamente da soli e d'ora in poi saremo ancora piu' intransigenti di prima nel realizzare il nostro programma. Chi vota noi, non vota Meloni ma vota questo programma".
Come in un ritorno al passato, il Movimento 5 Stelle torna duro e puro. Solo, contro tutti i partiti. Questa è la linea di campo segnata dal leader Conte. Chissà se dopo le elezioni, quando subentrerà al necessità di ritrattare intenti e convincimenti per la sopravvivenza del proprio partito all'interno del Parlamento, le cose cambieranno. Ma queste sono riflessioni che prima del 25 settembre, non hanno ragion d'essere.