L'Italia è la 14esima al mondo per dati rubati sul dark web. A svelarlo un'indagine condotta da Crif, azienda che si occupa di informazioni creditizie e di business information, che ha evidenziato come nel 2022 si stia assistendo ad attività di hackeraggio in continua crescita.
Sono oltre 780.000 le segnalazioni di furti sul dark web nella prima metà del 2022, con un aumento del +44,1% rispetto al semestre precedente, mentre gli alert relativi all’open web sono stati oltre 70.000, in calo del -4,9% rispetto alla seconda parte del 2021. Sono solo alcuni dei dati emersi dall'ultima edizione dell’Osservatorio Cyber realizzato da CRIF, che mira ad analizzare la vulnerabilità delle persone e delle aziende agli attacchi cyber e interpretare i trend principali che riguardano i dati scambiati in ambienti open e dark web, la tipologia di informazioni, gli ambiti in cui si concentra il traffico di dati e i paesi maggiormente esposti.
ha spiegato Beatrice Rubini, Executive Director dell'azienda. Numeri, quelli osservati, che collocano l'Italia al 14esimo posto per informazioni sottratte dal dark web, con Lazio (21,5%), Lombardia (13,4%) e Campania (7,8%) in testa. La sola provincia di Roma arriva a coprire il 18,8% dei casi totali, seguita da Milano (5,8%), Napoli (5,0%) e Torino (4,1%). La maggior parte dei profili violati riguardano, invece, account di posta elettronica (27,0%) e siti di intrattenimento (21,0%), relativi soprattutto agli account di giochi online e dating (siti di incontri online). Seguono gli account di forum o siti web, di social media e piattaforme di e-commerce e altri servizi. Mentre le fasce di popolazione più colpite sono quelle dei 41-50enni (26,2%), seguita dai 51-60enni (25,5%) e dagli over 60 (25,5%). Gli uomini rappresentano la maggioranza degli utenti allertati (63,2%).
Gli scopi possono essere molteplici: utilizzare servizi in modo abusivo attraverso gli account mail delle vittime, inviare messaggi di posta elettronica con richieste di denaro o link di phishing, diffondere malware o ransomware (un tipo di virus che prende il controllo del computer chiedendo un riscatto per ripristinarne il normale funzionamento). Le password sono quindi tra le informazioni più a rischio, a maggior ragione se vengono utilizzati codici di accesso particolarmente semplici, come sequenze di numeri o nomi propri (tra quelle più comuni rintracciate sul dark web ci sono "andrea", "francesco" e "alessandro").
Cosa fare, quindi, per proteggere i propri dati personali?