Nella giornata di oggi il ministero della Salute ha pubblicato il report CeDAP (Certificato di Assistenza al Parto): dal documento si vede come le italiane diventino mamme intorno ai 33 anni, si registra inoltre un calo nelle nascite nel 2021, uno dei più bassi dal 2010. Il report mostra come ci sia l'eccessivo ricorso al taglio cesareo - nonostante qualche rallentamento - e come il 95% dei padri assiste alla nascita del figlio.
Secondo i dati riportati dal report CeDAP pubblicato oggi dal ministero della Salute, nel 2021 le donne italiane sono diventate mamme all'età di 33 anni: circa l'88% di loro preferisce partorire in strutture pubbliche, con il 62,8% delle nascite si svolge in strutture con alti volumi di attività, sopra i mille parti annui. In 2,9 gravidanze su 100, le donne che partoriscono hanno fatto ricorso alla fecondazione assistita. Un momento speciale che i padri non vogliono perdersi, come si evince dal documento ministeriale visto che il 95,4% assistono alla nascita.
I dati raccolti mostrano anche un calo nel tasso di natalità, dove si vedono nette differenza tra le varie regioni: la media nazionale è del 6,8 nati ogni mille donne, ma già in Sardegna scende a 5,2 mentre sale a 9,7 nella Provincia Autonoma di Bolzano. Se le regioni del Centro hanno tutte un tasso di natalità con valori inferiori alla media nazionale, in quelle del Sud sono più elevati come si registra in Campania, Calabria e Sicilia, dove i valori superiori anche alla media nazionale. Diminuisce anche la fecondità visto che nel 2021 il numero medio di figli per donna è stato pari a 1,25, rispetto all’1,46 del 2010.
Altre statistiche emerse dal report CeDAP mostrano come il tasso di mortalità infantile (nel 2018) sia pari a 2,88 bambini ogni mille nati vivi ma, anche in questo caso, ci sono notevoli differenze territoriali. Il tasso di mortalità neonatale - entro il primo mese di vita - contribuisce per oltre il 70% alla mortalità infantile, con i decessi nel primo mese di vita dovuti principalmente sia alle condizioni della gravidanza e del parto che da malformazioni congenite del bambino.
I dati raccolti dal ministero mostrano come il 57,7% delle madri lavora, il 25,8% sono casalinghe mentre 16,5% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione. Le donne straniere casalinghe ammontano al 51,4%, a fronte del 64,9% delle donne italiane che hanno un lavoro.
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