Sono andate a vuoto le prime tre votazioni, alla Camera dei Deputati, per eleggere il Presidente. Voti sporadici ad Enrico Letta, Riccardo Molinari ed Andrea Casu. Ma a prevalere sono state le schede bianche. Indice, evidentemente, che le trattative tra i partiti sono ancora in corso e lontane dall'avvicinarsi al bandolo della matassa. Avranno tutta la notte per continuare a parlarne: fino a quando, domani alle ore 10:30, riprenderà la seduta e riprenderà con la quarta votazione. Cambiano le regole del gioco: basterà la maggioranza assoluta dei presenti in aula. Quorum abbassato e possibilità di elezione più alte. Insomma, domani si decide.
L'acqua al mulino di Ignazio La Russa, eletto oggi Presidente del Senato, l'hanno portata pezzi di opposizione. Ed è partita la caccia ai traditori. Il centrodestra non ha superato, a livello di immagine, la prima prova di questa legislatura: ne è venuta fuori, alla luce del fatto che Forza Italia non ha votato per La Russa, un'immagine di spaccatura grave. Ecco perché, fino alle ore 10:30 di domani, si tratterà ad oltranza.
La Lega sente di avere diritto a riempire questa casella. Dopo il passo indietro di Calderoli al Senato, Salvini spinge per eleggere uno dei suoi sullo scranno più alto della camera alta. Il nome in pole è diventato, in queste ore, quello di Lorenzo Fontana. Con Riccardo Molinari destinato e restare capogruppo. La candidatura di Fontana è stata ufficializzata proprio dalla Lega, pochi minuti fa, per mezzo di una nota stampa.
Da capire, in tutto ciò, il ruolo di Forza Italia. Berlusconi potrebbe anche cedere sull'elezione del Presidente della Camera dei Deputati, ma questo lo metterebbe nelle condizioni di vantare una maggiore pretesa quando poi si andranno a trattare i ruoli ministeriali. Un nome chiave dal fronte forzista è quello di Licia Ronzulli: una pedina che Berlusconi pretende di schierare ad ogni costo. Se non dovessero giungere rassicurazioni in questo senso, Forza Italia potrebbe sfilarsi come fatto oggi in Senato. Mettendo, di nuovo, il centrodestra in imbarazzo. In alternativa, il partito forzista potrebbe decidere di forzare una propria candidatura per la presidenza della Camera. Al momento non sembrano esserci particolari nomi in caldo. Segno che i desiderata del Cav, risiedono altrove. Sarà una lunga notte, per il centrodestra.