Onlyfans è l’unica piattaforma che è riuscita realmente a porre un limite all’accesso dei minori a contenuti per adulti. A stabilirlo è stato il sito regolatore britannico Ofcom. Teoricamente, infatti, tutti i siti contenenti materiale porno dovrebbero impedire l’accesso a coloro che hanno meno di 18 anni, ma come ben sappiamo ciò è molto lontano dall’effettiva realtà delle cose. In questo caso, l’indagine si riferisce al Regno Unito, ma la situazione è simile a livello globale.
Difatti, oltre ad avvisare l’utente che accede al sito con banner informativi, autocertificazioni d’età et similia, le piattaforme più conosciute fanno ben poco. La ragione è reputabile al timore che le visite all’interno dei loro siti possano ridursi di molto se si applicano limitazioni più stringenti.
Secondo l’indagine condotta dal regolatore britannico Office of Communications, Onlyfans ha fatto ben altro rispetto a siti simili più conosciuti. Infatti, nella maggior parte dei siti porno agli utenti basta mentire sulla propria età per accedere ai contenuti pornografici, indicando di avere almeno 18 anni. Questo può accedere poiché tali piattaforme non richiedono ulteriori metodi di verifica. Onlyfans, invece, ha dimostrato un metodo piuttosto efficace, che in buona parte dei casi è riuscita a evitare l’accesso al media ai minorenni. Il sito è munito di strumenti di controllo che impediscono ai minori di 18 anni di registrarsi. Secondo Ofcom, tra le misure più efficaci a questo scopo sono la verifica dell’età e il parental control.
L’Ofcom ha espresso parecchia preoccupazione rispetto alla situazione attuale: i minori su internet possono accedere con realmente troppa facilità a contenuti non pensati per loro. Per questo, il regolatore ha detto di aver contattato i siti porno del Regno Unito per avere delucidazioni in merito a cosa hanno intenzione di fare per ovviare a questo problema.
La realtà, purtroppo, è che alcuni siti si rifiutano categoricamente anche solo di comunicare con l’Ofcom. Per questi, limitare l’accesso significa (ovviamente) una riduzione di tipo economico non negoziabile. È ammissibile che l’interesse economico di tali piattaforme riesca a sopraffare una navigazione sicura per i minori? La questione è aperta da anni, e ancora non si riesce a trovare una quadra. Per lo meno, qualcuno da qualche anno ci sta provando.