In seguito agli attacchi subiti a Sebastopoli, la Russia ha sospeso l'accordo con l'Ucraina per il passaggio attraverso il Mar Nero del grano di Kiev. Vola così il prezzo del grano sui mercati internazionali: i future sul grano tenero salgono del 5,6% a 8.762,5 dollari al bushel, dopo un picco del 7,7%, mentre quelli sul grano duro salgono del 4,8% a 9.645 dollari il bushel, dopo un balzo del +6,2%. Anche altri beni alimentari hanno avuto una brusca impennata: il mais è cresciuto del 2,3% (696,7 dollari al bushel) mentre l’olio di palma ha avuto un aumento del 2,8%. Il timore è ora quello di un nuovo blocco all'export di grano ucraino, tra i principali produttori internazionali di frumento.
L'accordo era stato stipulato tra Russia e Ucraina lo scorso 22 luglio a Istanbul, con la mediazione di Turchia e Stati Uniti. La durata prevista era di 4 mesi con possibilità di rinnovo: fino a questo momento, ha permesso l'esportazione di 9,3 milioni di tonnellate di grano bloccate nei porti ucraini a causa della guerra.
Sulla battaglia del grano si è espressa la Commissione europea, tornata a esortare la Russia a riprendere l'attuazione dell'accordo Onu per l'esportazione del grano ucraino attraverso il Mar Nero. Sulla questione è intervenuto il portavoce della Commissione europea, Stefan de Keersmaecker.
Dopo l'uscita di Mosca dall'accordo sull'export di grano dal Mar Nero il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, ha annunciato un imminente confronto telefonico sulla questione con il collega russo Serghei Shoigu.
Nonostante l'alt da parte di Mosca, nella mattina del 31 ottobre due navi ucraine cariche di cereali sono comunque riuscite a salpare dai porti sul Mar Nero. Ad annunciarlo il ministro ucraino delle infrastrutture Oleksandr Kubrakov. Secondo il ministro, le due navi partite non sono le sole in programma: ce ne sarebbero altre dodici.