Il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti è intervenuto nel primo pomeriggio a margine della giornata di audizioni in Parlamento a proposito della legge di Bilancio. In mattinata, di fronte alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, a giudizio della manovra hanno parlato i sindacati e Confindustria. In audizione, la Cgil ha esordito definendo la una manovra "di corto respiro, in alcuni casi cortissimo", mentre secondo la Cisl "rischia di essere ancora debole e insufficiente sul versante espansivo". Per la Uil, il provvedimento "contiene un po' di tutto e un po' di niente nel senso che presenta un insieme di misure che però mancano di una visione di fondo".
Nel suo lungo intervento, il ministro del Tesoro ha difeso l'impianto della manovra, ritenuta da Giorgetti un provvedimento "importante, coraggioso e responsabile, considerati anche i tempi a disposizione per predisporlo". Una legge di Bilancio redatta all'insegna della "sostenibilità della finanza pubblica", che, ha aggiunto, "si muove sul medesimo sentiero tracciato dalla Nadef". Il campanello d'allarme che desta più preoccupazione rimane l'inflazione, che potrebbe mettere le imprese "a rischio di sopravvivenza".
In materia fiscale, Giorgetti fa chiarezza sul condono, assicurando che la rottamazione delle cartelle esattoriali "non è la direzione in cui il governo ha inteso operare".
Per quanto riguarda il Pil, l'obiettivo ambizioso tracciato dal governo è una crescita a quasi il 2 per cento nel 2024, con la possibilità di premere sull'acceleratore anche per l'anno successivo, nonostante il rallentamento preventivo previsto per il 2025.
Giorgetti si è riservato una risposta al del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che in audizione al Parlamento aveva sottolineato di non vedere "una attenzione alla crescita del Paese", e "al Mezzogiorno d'Italia". Il titolare del Mef ha da ridire in particolare sull'ultima affermazione, evidenziando come siano in canna alcuni interventi ad hoc per le imprese del Sud.
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