"Un'allocazione non efficiente" della spesa pubblica nell'acquisto di vaccini anti Covid, "oltre a rappresentare uno spreco", potrebbe "generare paradossalmente un senso di disaffezione verso future campagne vaccinali": lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenuto nel Consiglio Salute a Bruxelles. Pur sottolineando che, grazie ai vaccini acquistati dalla Commissione durante la pandemia l'Europa sia tornata ad "normalità accettabile", Schillaci evidenzia il rischio che molte dosi acquistate finiscano sprecate per via del calo della domanda. Anche per questo, a detta del ministro, è necessaria "la rinegoziazione dei contratti con le case farmaceutiche", per la fornitura dei vaccini "ancora ineseguiti o soltanto parzialmente eseguiti".
In questo modo, seguendo la proposta del ministro della Salute, gli Stati membri tornerebbero ad acquistare i vaccini a livello nazionale, anziché comunitario come accadeva durante la fase acuta della pandemia.
Per il ministro, tra i punti cardine della nuova organizzazione, "in funzione dell'effettivo fabbisogno degli Stati", ci sarebbe la possibilità di ridurre gli acquisti previsti da contratto, dilazionando pagamenti e consegne delle dosi acquisite in più anni, "adattando queste ultime all'evoluzione epidemiologica del virus". Schillaci propone inoltre nuove soluzioni per i vaccini prossimi alla scadenza e per quelli meno efficaci a causa dell'evoluzione del virus: in tal caso, l'auspicio è la "sostituzione delle dosi consegnate" oppure una "consistente riduzione del prezzo".
Tornando alla questione degli Apa sottoscritti dalla Commissione Ue, al momento della stipula del contratto con Pfizer, era arrivato il via libera da Bruxelles affinché gli oneri connessi ai possibili danni provocati dai vaccini venissero accollati agli Stati. Una necessità figlia dell'accelerazione imposta dalla pandemia, che ha portato allo sviluppo di questi farmaci in pochi mesi. Le case farmaceutiche avrebbero dovuto invece rispondere in caso di eventuali danni derivanti da colpa o dolo.
Schillaci ribadisce a questo punto quanto sia "indispensabile che la Commissione Europea in sede di rinegoziazione riveda la clausola degli Apa", per rideterminare le responsabilità in caso di danni, "non essendo ragionevole che esse gravino sugli Stati membri".