Via libera alla ratifica del fondo salva Stati Mes in Germania. La conferma è arrivata dopo che la Corte costituzionale tedesca ha respinto il ricorso di sette deputati del Partito liberaldemocratico contro una legge che permette le modifiche del Meccanismo europeo di stabilità. Lo ha annunciato la stessa Corte tedesca su Twitter. Gli alti togati non hanno ritenuto sufficientemente esaustiva la spiegazione, da parte dei ricorrenti, di dove sarebbero lesi i loro diritti. A questo punto il presidente della Repubblica tedesca potrà firmare la legge.
Tutti gli altri Stati dell'area euro hanno già ratificato le modifiche al trattato del Mes, eccetto la stessa Germania e l'Italia, che nelle sedi europee ha sempre confermato l'impegno alla ratifica (che deve essere decisa dal Parlamento). Ora l'attuale governo italiano sarà chiamato a stabilire se onorare o meno l'impegno assunto da quelli precedenti.
Nel frattempo, sull'approvazione del Mes in Germania sono arrivate le prime reazioni dell'Eurogruppo, con il presidente Paschal Donohoe che ha affidato ad un tweet tutta la propria soddisfazione.
Il 30 novembre 2020, i Ministri delle finanze dei 19 Stati membri che adottano l'euro avevano deciso di procedere con la riforma del Mes. Con la riforma, il fondo salva Stati ha ampliato gli strumenti a disposizione dei Paesi membri per fronteggiare le crisi finanziarie interne, sotto vari gradi di condizionalità. Il Meccanismo europeo di stabilità potrà assolvere al ruolo di finanziatore di ultima istanza per la risoluzione bancaria.
Ora la palla passa dunque al governo italiano: bisognerà ora capire se l'attuale maggioranza si convincerà alla ratifica. Durante il governo Draghi la volontà per la ratifica è stata ribadita ma non concretizzata: all'opposizione del Movimento 5 Stelle si è affiancata quella della Lega, allora parte del governo. Quanto a Fratelli d'Italia, tre anni fa Giorgia Meloni partecipò a una manifestazione davanti alla sede del Consiglio Ue a Bruxelles contro le modifiche al trattato Mes, parlando di "resa incondizionata agli interessi tedeschi".
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