Accadde oggi, 15 dicembre 1969: il giallo della morte di Pinelli. L'anarchico Giuseppe Pinelli morì 53 anni fa dopo un volo dal quarto piano della Questura di Milano. Un volo avvenuto in circostanze mai chiarite, nel corso di un interrogatorio nella stanza del commissario Luigi Calabresi, in relazione alle indagini sulla Strage di piazza Fontana che era avvenuta 3 giorni prima.
Giuseppe Pinelli (nella foto) era nato a Milano il 21 ottobre 1928. Anarchico e partigiano italiano, di professione ferroviere, Pinelli era animatore del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa. Da giovane, durante la Resistenza contro il nazifascismo, fu giovane staffetta nella Brigata Autonoma Franco, forse collegata alle Brigate Bruzzi Malatesta.
Pinelli, come detto, morì precipitando da una finestra della questura di Milano, dove era trattenuto per accertamenti in seguito all’esplosione di una bomba nella sede milanese della Banca Nazionale dell'Agricoltura a piazza Fontana. Giuseppe Pinelli per la cronaca fu trattenuto oltre le 48 ore previste dal fermo di polizia. L’anarchico poi risultò essere totalmente estraneo alla strage di piazza Fontana.
Le circostanze della morte di Pinelli, morte ufficialmente attribuita a un malore, hanno destato sospetto a causa di alcune circostanze legate ai momenti del tutto eccezionali vissuti nel capoluogo lombardo a seguito della strage di piazza Fontana. Con Pinelli fu indagato anche l'anarchico Pietro Valpreda; anche quest’ultimo alla fine risultò innocente. I fatti strani legati alla morte dell’anarchico milanese indussero molti a parlare di vero e proprio omicidio: Pinelli sarebbe stato gettato dalla finestra. Secondo altre tesi, i poliziotti cercarono di farlo parlare mettendolo a testa in giù dalla finestra. Sfuggì alla presa e cadde nel vuoto. Infatti, una scarpa di Pinelli rimase in mano a una delle persone che lo stavano interrogando. A oltre 50 anni di distanza, la vicenda rimane avvolta nel mistero. Uno dei tanti misteri della storia della Repubblica italiana.
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