Storia del crimine: Donato Bilancia, il Mostro della Liguria. E’ giovedì 7 maggio 1998 quando le agenzie di stampa italiane battono il seguente lancio: Dopo una serie di complesse indagini, è stato catturato il famigerato serial killer. L'uomo accusato degli omicidi commessi in Liguria è forse coinvolto in altri fatti di sangue rimasti insoluti, avvenuti in altre regioni italiane. Si chiama Donato Bilancia e ha precedenti penali. Possiede una Mercedes scura e una pistola calibro 38. Donato Bilancia, è passato alla storia del crimine anche come il giustiziere, il serial killer dei treni e il serial killer delle prostitute. Donato Bilancia nato a Potenza il 10 luglio 1951 e morto in carcere a Padova il 17 dicembre 2020.
La cronologia della morte con altri lanci di agenzia di fine anni 90: Mercoledì 15 Aprile. Adesso non è più solo un'ipotesi. L'omicidio delle sette prostitute, forse dei due metronotte Candido Randò e Massimino Gualillo, di Elisabetta Zoppetti, uccisa a sangue freddo sul treno Genova-Venezia e infine di Maria Angela Rubino, uccisa nella toilette di una carrozza ferroviaria, scoperto sabato notte a Ventimiglia, è quasi certamente opera della stessa mano. Un maniaco, un assassino che sorprende donne sole sui treni, le blocca e le uccide con una pistola, probabilmente una Smith Wesson calibro 38 special con proiettili ‘scamiciati’ che devastano la parte del corpo in cui penetrano. Gli esperti parlano di vere e proprie esecuzioni, prima delle quali il killer fa inginocchiare le sue vittime quasi volesse umiliarle, trattarle come oggetti, o forse redimerle dai loro peccati, utilizzando un loro indumento per attutire il colpo di pistola.
Una lunga scia di sangue: ben 17 le vittime accertate, uccise nel giro di 6 mesi e 5 giorni, tra il 16 ottobre 1997 e il 21 aprile 1998. La svolta nelle indagini si ebbe quando ai carabinieri arrivò una notizia apparentemente insignificante. Pino Monello che aveva venduto la sua auto a Donato Bilancia si recò in Procura per denunciare la mancata formalizzazione del passaggio di proprietà e per contestare una serie di multe ricevute per il mancato pagamento di pedaggi autostradali. Bilancia, infatti, aveva il vizio di accodarsi con la propria auto a quella che lo precedeva per evitare di pagare il pedaggio. Ovviamente, la targa fu ripetutamente segnalata.
I carabinieri scoprirono una corrispondenza quasi perfetta con l'identikit creato in base alla descrizione data da una vittima che riuscì a salvarsi; inoltre le tracce degli pneumatici sulle scene di alcuni degli omicidi erano perfettamente compatibili con quelle della Mercedes, così come la prova del DNA confrontato con quello rinvenuto sul corpo di Maria Angela Rubino. Donato Bilancia fu arrestato il 6 maggio 1998 all'uscita dell'ospedale San Martino di Genova: non oppose resistenza ai carabinieri. Dopo pochi giorni confessò spontaneamente tutti gli omicidi, attribuendosi anche il delitto di Giorgio Centanaro, inizialmente considerato morto per cause naturali. Processato, Donato Bilancia fu condannato a 13 ergastoli e 28 anni di carcere, dove morì ucciso dal Covid-19 (nella foto: Donato Bilancia in manette ).
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