Accadde oggi, 26 dicembre 2004: lo tsunami di Santo Stefano. Il maremoto dell’Oceano Indiano e della placca indo-asiatica di 18 anni fa, è stato uno dei più catastrofici disastri naturali dell’epoca moderna e ha causato centinaia di migliaia di morti, tra cui molti bambini.
Il terremoto e il maremoto dell’Oceano Indiano del 2004, ha avuto origine e sviluppo nell’arco di poche ore in una vasta area della Terra, riguardando l’intero sud-est dell’Asia e giungendo a lambire le coste dell’Africa orientale. Proprio per questo, insieme all’ingente numero di vittime, destò notevole impressione tra i mass media e in generale nell’opinione pubblica di tutto il mondo.
Il tutto ebbe inizio alle ore 7.58.53 del 26 dicembre 2004, quando un violentissimo terremoto di magnitudo di 9.1 gradi Richter, colpì l’Oceano Indiano al largo della costa nord-occidentale di Sumatra, in Indonesia. Il sisma durò 8 minuti. Questo spaventoso terremoto è ancora oggi il terzo più violento degli ultimi sessant’anni, dopo il sisma che devastò Valdivia, in Cile, il 22 maggio del 1960, e quello dell’Alaska del 1964. In questi casi il sisma ebbe, rispettivamente, magnitudo 9.5 e 9.2 gradi Richter.
Il terremoto di Santo Stefano di 18 anni fa causò centinaia di migliaia di vittime, sia direttamente che attraverso il conseguente maremoto verificatosi con una serie di onde alte fino a quindici metri. Onde giganti che colpirono vaste zone costiere dell’area asiatica in un arco di tempo compreso tra i quindici minuti e le dieci ore successive al sisma. I diversi maremoti colpirono e devastarono parti delle regioni costiere dell’Indonesia, dello Sri Lanka, dell’India, della Thailandia, della Birmania, del Bangladesh e delle Maldive. Furono colpite addirittura le coste della Somalia e del Kenya, distanti oltre 4.500 km dall’epicentro del sisma. Si stima che circa 300.000 persone siano morte per questi eventi. Dato raccapricciante: il 25% delle vittime, bambini.
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