Accadde oggi, 12 gennaio 1943: inizia la ritirata del Don. Seconda guerra mondiale: in Russia, sul fronte del Don, scatta l’attacco sovietico denominato Offensiva Ostrogorzk-Rossoš che provocherà la ritirata del Corpo d’armata alpino italiano, l’ARMIR.
Si tratta della terza fase dell’offensiva invernale dell’Armata Rossa nel 1942-1943, dopo l’operazione Urano e l’operazione Piccolo Saturno; nel quadro delle campagne militari sul fronte orientale della Seconda guerra mondiale. Un’offensiva sferrata a partire proprio dal 12 gennaio 1943 nel settore dell’alto corso del Don.
Questa operazione infatti in poco tempo provocò la sconfitta del contingente ungherese alleato dei tedeschi e coinvolse anche alcuni reparti della Wehrmacht e il Corpo d’armata alpino, ultima formazione combattente ancora in piedi dell’8° Armata italiana, dopo la disfatta avvenuta nel dicembre 1942 degli altri corpi d’armata schierati più a sud.
Nel corso di una drammatica ritirata i superstiti del Corpo alpino, insieme ad altri reparti sbandati tedeschi e ungheresi, raggiunsero la salvezza dopo la disperata battaglia di Nikolaevka. Questa seconda fase della sconfitta dell’8° Armata italiana in Russia, nella storiografia italiana viene indicata insieme alla battaglia di dicembre nella denominazione di Seconda battaglia difensiva del Don.
Dopo questa nuova disfatta, il fronte meridionale tedesco, già in difficoltà a Stalingrado, a causa dell’accerchiamento della 6° Armata, nella regione di Rostov e nel Caucaso, fu completamente scompaginato aprendo all’avanzata sovietica le vie di accesso alle città strategiche di Char’kov e Kursk e scoprendo la posizione difensiva tedesca a Voronež, poi investita nella successiva offensiva sovietica.
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