Attacco di panico allenatore Musetti? Tutto vero, non avete letto male. Ad avere difficoltà non è stato il giovane atleta ma il suo coach Simone Tartarini, che, è stato portato in clinica per accertamenti poco dopo l’inizio del match di primo turno dell’Australian Open poi purtroppo perso dal tennista azzurro contro Harris. L'uomo adesso sta bene ma in rete l'ironia con i meme è alle stelle. Se, infatti, il proprio tecnico è l'immagine dell'ultimo baluardo a cui aggrapparsi nelle difficoltà, sapere che non è accanto a te non deve essere il massimo per uno sportivo. Umorismo a parte, ecco come sono andate le cose.
La sconfitta di Musetti si intuiva tutta in quel "Non riesco a stare concentrato" urlato verso il suo angolo durante il match di primo turno dell'Australian Open perso a sorpresa contro il sudafricano Lloyd Harris, appena numero 186 al mondo. Il ragazzo carrarino in quei momenti avrebbe voluto incrociare sugli spalti gli occhi del suo storico allenatore Simone Tartarini, ma lui non c'era e non per sua volontà. Ecco il racconto del blog sportivo Matchpoint:
La brutta sconfitta di Musetti adesso può essere analizzata sotto un'ottica più ampia della singola prestazione con la racchetta in mano. E' stato un peso insostenibile per lui giocare non sapendo come stava il suo coach. In un primo momento s'era addirittura ipotizzato anche un possibile infarto. Ecco spiegata quindi la pessima partenza del ventenne che ha perso nettamente i primi due set, poi ha provato una rimonta che sembrava quasi raggiunta al tie-break del quinto set, per poi pagare il grande sforzo e perdere il match con Harris sul filo di lana.
L'attacco di panico dell'allenatore di Musetti va ponderato col fatto che Tartarini è più di un semplice coach per il toscano: lo allena da quando era un bambino. È verosimile pensare che, forte del suo allenatore a guidarlo dalle tribune, l'esito del match degli Australian Open sarebbe stato diverso. Il bello del tennis è che ci si può sempre rialzare alla partita dopo e, cosa più importante, il tecnico adesso sta bene. Leggendo la storia Agassi nel libro "Open" si capisce quanto il legame atleta/coach sia alla base di un successo sportivo.