Una donna e un ragazzo sono stati uccisi da un orso polare: l'attacco è avvenuto a Wales, un villaggio isolato dell'Alaska occidentale. Lo riferiscono gli Alaska State Troopers, le forze dell'ordine dello Stato americano.
Come riportato dall'emittente KTUU, la segnalazione dell'attacco è arrivata agli agenti alle 14.30, ora locale, di martedì 17 gennaio: l'episodio è avvenuto nell'estremità occidentale della penisola di Seward. Secondo le prime ricostruzioni delle autorità, "l'orso polare è entrato nella comunità e ha inseguito diversi residenti": per la donna e il ragazzo non c'è stato niente da fare.
Stando a quanto riferito dai poliziotti, durante l'attacco un residente locale ha colpito l'animale per cercare di neutralizzarlo: l'orso è morto poco dopo. I nomi delle due vittime non sono stati resi noti. Le autorità si recheranno presto nell'area dell'attacco "se le condizioni meteorologiche lo consentono".
Minuscola cittadina di circa 150 persone, Wales si trova a nord-ovest della città di Nome, a poco più di 160 chilometri di distanza dal centro. L'ultimo attacco di un orso bianco nella storia recente dell'Alaska risale al 1990, quando uno di questi grandi mammiferi uccise un uomo nel villaggio di Point Lay, molto più a nord di Wales.
In quell'occasione, secondo quanto riportato dall'Anchorage Daily News, i biologi analizzarono l'animale, dichiarando che mostrava segni di fame. Da allora gli attacchi mortali ad opera di orsi polari sono stati pressoché inesistenti.
Nel 2019 gli scienziati del Servizio geologico degli Stati Uniti, operativi in Alaska, hanno scoperto la ragione dell'aumento dell'uso della terraferma da parte di questi esemplari: tutta colpa dei cambiamenti nell'habitat del ghiaccio marino, che hanno portato ad un notevole aumento delle probabilità di incontri ravvicinati con un orso bianco per le popolazioni del territorio.
Nel mondo sono ancora presenti tra i 22mila e i 31mila esemplari di orsi polari, ormai a rischio estinzione a causa del surriscaldamento globale. Secondo l'allarme lanciato dal magazine Nature climate change, tuttavia, l'innalzamento delle temperature potrebbe farli sparire definitivamente entro il 2100.
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