A quasi un anno di distanza dallo scoppio del conflitto in Ucraina Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza della Russia, parla di Terza guerra mondiale. Citato dalla Tass, Medvedev attacca in particolare gli Stati Uniti, tra i principali responsabili dei nuovi aiuti a Kiev.
In tutta risposta oggi, lunedì 23 gennaio, è arrivato il via libera ad una nuova tranche di aiuti militari dall'Unione Europea all'Ucraina, dal valore di 500 milioni: a stabilirlo i 27 ministri degli Esteri Ue, riunitisi a Bruxelles per il Consiglio affari esteri. Lo fa sapere la presidenza di turno svedese. Le risorse rientrano nello European Peace Facility. Per la decisione formale, come sottolineato da fonti diplomatiche, bisognerà invece attendere un prossimo Coreper, comitato dei rappresentanti permanenti presso l'Ue.
Se la Russia parla di Terza guerra mondiale, l'intelligence militare ucraina non è convinta che l'armamentario missilistico di Mosca sia abbastanza fornito per un conflitto lungo. Secondo Vadym Skibitskyi, numero due dell'intelligence militare ucraina, a Mosca rimangono solo 550 missili di alta precisione, pari a circa il 20% delle scorte precedenti alla guerra. Il funzionario ha dato la sua versione dei fatti in un'intervista rilanciata da Ukrainska pravda.
Secondo vice capo dell'intelligence ucraina, il deficit nei missili di precisione è stato in un certo senso confermato dai russi proprio nell'ultimo attacco massiccio, dove gli invasori hanno usato meno di 30 missili di precisione. La minaccia principale da parte della fazione russa sono ora i droni kamikaze, fabbricati da Mosca o di provenienza iraniana.
Lo stesso Skibitskyi prova a stabilire delle tempistiche sulla guerra e sulla possibilità che durante il 2023 possa esserci il tanto acceso cessate il fuoco.
In risposta a chi gli chiede se la guerra potrà finire nell'anno in corso, il funzionario ha risposto che non possono ancora guardare lontano, poiché dovranno attraversare questa prima fase della primavera e inizio estate. Secondo Skibitsky, il cambiamento nella leadership militare russa e il completamento della prima fase di mobilitazione dell'esercito russo indicano che l'attività principale dei russi si svolgerà nelle direzioni di Donetsk e Lugansk.