L'embargo a Cuba deve finire. Poche parole espresse dal Presidente del Brasile Lula a margine del vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (Celac) in programma martedì 24 gennaio. Il blocco economico che gli Stati Uniti imposero nei confronti di Cuba dura dal 1962 con il Proclama 3447. In questi anni ci sono stati diverse sollecitazioni e tentativi di mettere fine a questa situazioni senza ancora essere riusciti a trovare una soluzione.
In vista dell'incontro con gli stati membri del Celac che si terrà a Buenos Aires in Argentina, il Presidente della Repubblica Federale del Brasile Lula ha chiesto di mettere fine al blocco commerciale fra Stati Uniti e Cuba. "È l'ora di dire basta all'embargo a Cuba, dopo 60 anni non c'è più necessità. Cuba non vuole copiare il modello brasiliano e neppure il modello americano: vuole un modello proprio, e chi ha diritto di opporsi a ciò?" afferma il capo di stato brasiliano. Miglior momento per affrontare la questione sarà proprio il vertice di domani visto che "il Brasile e i paesi della Comunità degli Stati latinoamericani e dei Caraibi hanno il dovere di trattare nazioni come Venezuela e Cuba con molto affetto. Se possiamo aiutarli a risolvere i loro problemi interni dobbiamo farlo".
La CELAC è l'erede del Gruppo Rio e del Vertice dell'America Latina e i Caraibi (CALC). Fu creata il 23 febbraio 2010 nella sessione del Vertice dell'unità dell'America Latina e i Caraibi, a Playa del Carmen in Messico e costituita definitivamente nel vertice di Caracas del 2011. La prima riunione del nuovo blocco regionale si è tenuto nel 2013 a Santiago del Cile. Ne fanno parte tutti i paesi sovrani del continente americano ad eccezione di Stati Uniti e Canada, non sono rappresentati nemmeno i paesi europei che hanno territori nel continente americano come Regno Unito, Francia e Paesi Bassi.
La CELAC è nata dal fatto che l’economia dell’America Latina sta crescendo, trainata dalla crescita produttiva di Brasile, Cile e Argentina. E' una organizzazione che permette il coordinamento tra i vari governi per rendere più stabili i paese più deboli economicamente.
Tecnicamente l'embargo nel diritto internazionale è la sanzione che viene imposta da uno o più Stati a una nave di un altro Stato che le impedisce di salpare o di attraccare presso un porto dello Stato che irroga la sanzione. Oggi l'embargo ha assunto un significato più ampio, intendendo il divieto e conseguente blocco degli scambi commerciali deciso da uno o più paesi nei confronti di un paese terzo, solitamente per motivi politici, umanitari o economici.
La definizione la troviamo all’interno del Dizionario di Diritto Internazionale dell’ONU: L’embargo è l’atto di potere di uno stato che restringe, interrompe o dà per terminate le sue relazioni economiche e finanziarie con un altro paese. Può essere totale o parziale sulle importazioni e/o esportazioni di tutte o alcune merci, armi o valute, il trasferimento di informazione tecnico-scientifiche, diritti d’autore o di altra indole, determinati tipi di attività commerciali ed economiche; si applica nelle relazioni internazionali contemporanee.
All'interno dell'ONU gli Stati aderenti sono obbligati a dare attuazione alle sanzioni adottate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con delle risoluzioni, decise ai sensi del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite. All'interno dell'Unione Europea le sanzioni possono essere adottate con regolamento del Consiglio d'Europa e sono immediatamente esecutive in ogni Stato membro per assicurarne la tempestiva e contestuale applicazione.
Negli USA è l'OFAC (Office of foreign assets control) a decidere le sanzioni da applicare nei confronti non solo di Stati ma anche di imprese, multinazionali e non, e di singoli individui. Il Dipartimento del Tesoro americano pubblica le liste dei soggetti che hanno ricevuto e sono soggetti attualmente a sanzione sul proprio sito internet.