Avrebbero percepito senza averne alcun diritto fondi destinati agli aiuti Covid, in un'autentica truffa ai danni dello Stato: per questo la guardia di finanza di Monza ha sporto denuncia nei confronti di quindici persone. Tra di loro ci sarebbero imprenditori e soggetti vicini alla criminalità organizzata: due degli accusati sono stati denunciati per indebito ottenimento ed utilizzo di finanziamenti bancari assistiti da garanzia.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, uno degli indagati ha ottenuto i fondi in qualità di legale rappresentante di un'attività commerciale sottoposta a provvedimento interdittivo antimafia. I fondi sarebbero stati intascati nonostante la presenza, all'interno della famiglia di un socio di maggioranza dell'attività commerciale, di un condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle di Monza, i truffatori avrebbero messo in piedi un giro d'affari da oltre 350mila euro, sfruttando i fondi destinati dallo Stato alle imprese per superare l'emergenza Covid. Tali fondi sarebbero stati intascati presentando false certificazioni o creando fasulli indebitamenti con fatture per operazioni inesistenti.
Un'indagine avviata nel 2022, quando la lente d'ingrandimento dei militari era finita su altri 22 casi di finanziamenti indebiti: gli ultimi movimenti sospetti sono stati ricostruiti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Monza, del Gruppo di Monza e della Compagnia di Seregno. Nel dettaglio, le forze dell'ordine hanno denunciato otto persone per truffa aggravata e indebita percezione del contributo a fondo perduto: sei dei denunciati sono risultati riconducibili a queste ipotesi di reato dopo aver richiesto telematicamente all'Agenzia delle Entrate un ammontare di 254mila euro, in due casi anche mediante emissione di fatture false per circa 590mila euro.
Tra questi otto spiccano i nomi dei titolari di altre due ditte individuali brianzole, beneficiarie di circa 40mila euro, denunciati anche per emissione di fatture false. Il titolare di una ditta di lavori edili di Giussano, comune vicino Monza, è accusato di aver ricevuto 4mila euro nonostante una condanna a suo carico.
Tra gli altri denunciati anche il legale rappresentante di un'attività commerciale nel monzese, destinataria di un provvedimento interdittivo antimafia emesso dal Prefetto di Monza e Brianza: è accusato di aver ricevuto 70mila euro, nonostante la presenza di un familiare di un socio di maggioranza, condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso e ai domiciliari. Denunciato anche il titolare di una ditta di Mezzago, sempre nel monzese: l'uomo, amministratore di condomini, ha ottenuto 7mila euro fingendo di aver perso più denaro a causa della pandemia. Nella rete anche un libero professionista di Briosco, percettore di fondo di garanzia da 15mila euro, che secondo l'accusa sarebbe stato destinato in parte a finalità diverse da quelle previste.
Ulteriori percettori sono stati sanzionati solo amministrativamente, in mancanza di responsabilità penali, per via del mancato superamento della soglia di 3.999,96 euro prevista ai fini della configurazione del reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Gli indagati sono stati segnalati all'Agenzia delle Entrate per permettere le iniziative di recupero dei contributi non spettanti.
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