L'Iran ieri ha promesso che risponderà alle nuove sanzioni imposte dall'Unione Europea e dalla Gran Bretagna per la sua gestione delle proteste di mesi innescate dalla morte in custodia di Mahsa Amini.
Ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Nasser Kanani, aggiungendo che l’Iran "si riserva il diritto di ricambiare contro tali politiche fallite e presto annuncerà l'elenco delle nuove sanzioni contro i violatori dei diritti umani e i promotori del terrorismo nell'Unione Europea e in Inghilterra".
L'UE ha imposto il suo quarto round di sanzioni contro l'Iran dall'inizio delle proteste, inserendo altri 37 funzionari ed entità in una lista nera di congelamento dei beni e divieto di visto.
Il blocco ha preso di mira il ministro dello sport e il comando del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC), il braccio ideologico dell'esercito iraniano, in 12 regioni del paese, nonché legislatori e alti funzionari dei media statali.
La Gran Bretagna lo stesso giorno ha sanzionato altri cinque funzionari iraniani, ampliando la sua lista nera a 50 persone e organizzazioni che considera coinvolte nella gestione delle proteste.
Sempre lunedì, gli Stati Uniti hanno aggiunto 10 individui iraniani e un'entità - la maggior parte dei quali legati alle Guardie rivoluzionarie - al proprio elenco di sanzioni relative ai diritti umani.
L'Iran ha già risposto alle sanzioni dell'UE e del Regno Unito inserendo le persone e le entità di entrambi nel proprio elenco di sanzioni, vietando loro l'ingresso in Iran e congelando tutti i beni che potrebbero avere.
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha affermato che le nuove sanzioni sono un segno della "disperazione, frustrazione e rabbia dell'Ue e del Regno Unito per il loro recente scandaloso fallimento nel creare instabilità in Iran nonostante gli enormi sforzi e i costi".
Le autorità hanno inoltre dichiarato che centinaia di persone, compresi membri delle forze di sicurezza, sono state uccise e migliaia arrestate durante quelle che etichettano come rivolte incitate dai nemici della Repubblica islamica. La magistratura iraniana ha condannato a morte un totale di 18 persone in relazione alle proteste. Quattro di loro sono già stati giustiziati, innescando un diffuso disdegno internazionale.