Fioccano in tutta Italia gli episodi di studenti al freddo nelle scuole. L’ultimo episodio in ordine cronologico è avvenuto in una scuola elementare di Palermo, precisamente all’Emanuela Loi di Passo di Rigano, dove una bambina di 11 anni è andata in ipotermia, tremando in maniera preoccupante e richiedendo l’intervento immediato del 118.
Secondo quanto ricostruito, il sistema di riscaldamento dell’intero plesso è fuori uso per un guasto noto e segnalato tempo fa. E ora è rimpallo di responsabilità tra la dirigenza scolastica e il Comune.
Come si legge nel comunicato diffuso sul portale, la bambina ha accusato un malore e un evidente tremore e intorpidimento delle gambe durante lo svolgimento delle lezioni. Condotta in ospedale, i medici hanno appurato che si trattasse di ipotermia, un fenomeno che è causa del freddo patito da migliaia di alunni nelle scuole italiane.
Anche perché alle spalle di questo disagio non c’è una scelta dettata dal caro energia bensì un problema già conosciuto sia dall’istituto che dal Comune di Palermo. La situazione, riassunta sempre nella circolare, chiarisce che l’accensione dell’impianto di riscaldamento causerebbe una costante fuoriuscita di acqua che danneggerebbe le fondazioni dell’edificio.
Le sigle sindacali vanno all’attacco dell’amministrazione comunale, sottolineando come anche la Prefettura del capoluogo siciliano avesse segnalato il danno agli organi competenti. Nemmeno questo però è stato sufficiente per evitare il dramma.
Sul versante comunale ha commentato l’accaduto Giuseppe Mancuso, vicepresidente vicario del Consiglio comunale, il quale ha informato i media di aver trasmesso delle note per sollecitare il ripristino urgente delle infrastrutture danneggiate e consentire all’intera comunità scolastica di godere del diritto all’istruzione.
Scorrendo le cronache locali lo scenario che gli studenti si trovano di fronte è pressoché identico, così come le reazioni da parte delle famiglie.
In molti casi c’è inoltre una triste consapevolezza del problema, affrontare con grande previdenza: ecco dunque che gli studenti si dotano di abbigliamento termico negli strati inferiori e di giacconi e coperte. Chiaramente questa soluzione-tampone non può essere la risposta contro l’inefficienza del sistema scolastico.
Non mancano veri e propri scioperi degli studenti, che si rifiutano di entrare in classe al freddo e al gelo, così come le foto e i video di termometri che circolano sui social network. Nei casi più estremi sono i genitori a mettere un punto al peggio, tenendo a casa i figli o andandoli a prendere dopo poche ore di lezione, magari assentandosi dal proprio lavoro.
Raccolta firme, scioperi, cortei: tante forme di protesta lungo lo Stivale che però non riescono a mettere l’attenzione su una problematica cronica che si ripete ogni anno con frequenze inaccettabili. Nei comuni più piccoli, inoltre, come a Borgo San Moro (in provincia di Imperia), i genitori sono andati direttamente in Municipio, dove sono stati ricevuti dal sindaco insieme ai tecnici e ai consiglieri. Ma nelle grandi città, come appunto nel caso di Palermo, bisogna toccare con mano il dramma prima di essere ascoltati.