Il fuoco incrociato che ha colpito il presidente FIA Ben Sulayem è stato davvero pesante da reggere: è stato attaccato da un deputato della Camera dei Lord, Liberty Media, tutti coloro a favore della libertà di espressione dei piloti e in ultimo anche i team principal di Formula 1.
Uno dei dieci membri delle squadre in particolare, che ha chiesto l'anonimato, ha dato contro in maniera pesante all'emiratino. All'interno del paddock il pensiero comune è che sia un uomo in continuo isolamento, sempre contro tutto e tutti e con regole che comprende solo lui (negli occhi di tutti una riunione in Austria alle 11 che fece perdere le uniche prove libere ai team principal).
La frustrazione recente è dovuta ai commenti sessisti e misogini che sono usciti negli ultimi giorni, sebbene risalenti a vent'anni fa, di Sulayem.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso sono stati i commenti alle trattative tra Liberty Media e il fondo saudita Pif.
Secondo la BBC Sulayem non ha contattato la Formula 1 prima di scrivere che i 20 miliardi di dollari erano un "prezzo gonfiato" insinuando che la FIA avesse voce in una potenziale trattativa.
Questa falsità ha portato gli avvocati della Formula 1 ha scrivere una lettera rovente, mentre la FIA ha chiuso un altro accordo con la Commissione Europea, che l'ha costretta a separarsi dalle questioni commerciali legate allo sport. La FIA non può infatti condizionare le trattative tra Liberty Media e un possibile acquirente.
Ma le cose ai piani alti non sembra cambieranno a breve: Ben Sulayem è stato eletto a dicembre 2021 dai club membri e né la Formula 1 né le squadre hanno potere sotto questo punto di vista.