Dopo il recente annuncio del rialzo tassi Bce da parte della Lagarde, Ignazio Visco - governatore di Banca d'Italia - è intervenuto a commentare la recente situazione durante il congresso degli operatori dei mercati finanziari, organizzato da Assiom Forex a Milano. Visco si è detto favorevole della mossa della Banca Centrale Europa che ha deciso di alzare i tassi dal 2,5% al 3%, così come programmare un aumento di altri 50 punti a marzo, con l'intento di frenare l'inflazione.
Il governatore di Banca d'Italia ha quindi commentato quanto ufficializzato nella giornata di giovedì scorso: "Le decisioni del Consiglio direttivo della Bce attuate sin dalla fine del 2021 sono state volte a contrastare il pericolo che l’elevata inflazione si traslasse sulle aspettative e che si avviasse una rincorsa tra prezzi e salari. L’azione dovrà proseguire, continuando a ricercare il giusto equilibrio tra il rischio di fare troppo poco, lasciando l’inflazione elevata per un periodo di tempo eccessivo, tale da incidere sulle aspettative e sulla stabilità monetaria, e quello di fare troppo, portando a una caduta del reddito e dell’occupazione e compromettendo la stabilità finanziaria, con ricadute non meno gravi sull’andamento dei prezzi."
Quindi, Ignazio Visco è andato avanti nella sua disamina della situazione in questa maniera: "L’onere di affrontare i molteplici risvolti di questa crisi non può però ricadere, come è avvenuto spesso in passato, sulla sola politica monetaria. Quaranta anni fa, nelle Considerazioni finali sul 1981, il Governatore Ciampi ricordava che la stabilità monetaria è una responsabilità comune, un bene mai definitivamente acquisito. Era vero allora nel nostro Paese, è vero oggi nell’area dell’euro: in una fase di forte incertezza le scelte di tutti gli attori, autorità europee, governi nazionali e parti sociali, devono essere tra loro coerenti, tenendo conto del contributo che l’azione di ciascuno fornisce al risultato finale."
Poi, l'inquilino di Palazzo Koch ha aggiunto che "l'economia globale è in rallentamento; l'incertezza resta molto elevata anche se gli indicatori più recenti sono migliori delle attese. Anche le economie dell'Italia e dell'area dell'euro sono in decelerazione, dopo risultati largamente migliori del previsto nell'intero 2022. Nonostante la prevista ripresa della Cina, secondo le ultime proiezioni del Fondo monetario internazionale il tasso di espansione del prodotto mondiale dovrebbe collocarsi quest'anno al 2,9% dal 3,4 del 2022; per il commercio, si scenderebbe dal 5,4 al 2,4%.
In giornata, anche Carlo Bonomi - presidente di Confindustria - ha fatto il punto della situazione lato imprese italiane, sottolineando il buon stato di salute attuale, nonostante i ripetuti allarmi di recessione: "Io non vedo recessione, la stiamo annunciando ma non ci sono i numeri e non la vedo. Siamo moderatamente positivi come industria italiana. Gli imprenditori sono ottimisti di natura e io vedo il bicchiere mezzo pieno. Vediamo un anno positivo ammesso che ci siano tre caveat: che sui conti energetici non ci sia una nuova fiammata, che si facciano le cose giuste sulla politica industriale, che si affrontino le sfide della transizione al livello europeo".